Catania

Venerdì 22 Novembre 2024

Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive

Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive
Giarre si veste a festa: pungitopo, pagnotte e mandarini nelle edicole votive

La Pro Loco della frazione collinare giarrese di San Giovanni Montebello, a Giarre ha deciso di riprendere un' antica tradizione addobbando le edicole votive con pungitopo, agrifoglio, rami di abete, mandarini, clementine e limoni, ed anche con piccole pagnotte di quel pane di San Giovanni tanto famoso nell'hinterland. "A cunzata di coni" è stata apprezzata dai turisti di passaggio che vanno verso l'Etna. E un momento che coinvolge anche adulti e bambini che cantano delle canzoni natalizie in dialetto. I più grandi sicuramente ricorderanno che era tradizione, nelle case dei nonni, trovare "a rutta" (la grotta, ovvero il presepe) decorata con spinapulici, pungitopo e frutta, soprattutto mandarini, cedri e clementine ed a volte anche con fichi secchi, passuluna e forme di cotognata. Questa usanza, molto antica, altro non era che riproposizione domestica "da cunzata da cona". Spiega il presidente della Pro Loco Giovanni Patanè: "La cona (da icona) era il nome delle edicole votive, in particolare le cone dedicate alla Sacra Famiglia, o alla Madonna col Bambino, nel periodo delle novene natalizie venivano addobbate, 'cunzate', con pre­li­ba­tez­ze e frut­ta no­stra­na e di questa usanza ne parla anche Verga ne I Malavoglia. In tempi in cui le novene in chiesa venivano celebrate la mattina prima dell'alba, i matinati di Natali, ogni edi­co­la diventava luo­go di ag­gre­ga­zio­ne e di pre­ghie­ra per i fe­de­li e, talvolta, gli zam­po­gna­ri pro­ve­nien­ti da Ma­let­to e Bron­te con le loro 'cia­ma­red­de' ac­com­pa­gna­va­no le 'nin­na­red­de'. Era un modo per sta­re in­sie­me, in un cli­ma di fe­sta e pre­ghie­ra, ce­le­bran­do l’av­ven­to del San­to Na­ta­le, ma era an­che un’oc­ca­sio­ne per sfa­ma­re i più po­ve­ri. Non era raro in­fat­ti che, du­ran­te la not­te, quan­do l’al­ta­ri­no ri­ma­ne­va in­cu­sto­di­to, qual­cu­no an­das­se a ci­bar­si di quel­le pre­li­ba­tez­ze po­ste attorno all'edicola". Proprio da questo de­ri­va il det­to “Ti man­gia­sti na cona”. Quando poi si cominciò a fare "a rutta" in casa la tradizione si spostò proprio sul presepe. Quanta emozione entrare in casa dei nonni, essere da loro abbracciati e sentire quell'odore di "conca" ed agrumi posti sul presepe: per i piccoli era proprio quello l'odore del Natale.

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