Catania

Venerdì 22 Novembre 2024

Imprenditore denuncia, estorsori in carcere, blitz a Biancavilla

CATANIA. Da anni vessato e minacciato dai suoi estorsori, che volevano sempre di più. Ricatti di ogni genere, fino alla disperazione. Fino a quando, ormai stanco, non ha avuto il coraggio di denunciare.  E’ accaduto a Biancavilla in provincia di Catania, con protagonista un imprenditore.  I carabinieri del Catanese, coordinati dalla  Procura distrettuale, hanno arrestato in  flagranza Fabio Amoroso, di 23 anni, mentre stava estorcendo denaro. Sono state arrestate e portate in carcere 4 persone e 7 fermati tutte accusate di estorsione continuata e  aggravata dal metodo mafioso, ritenuti esponenti del  clan Mazzaglia - Toscano - Tomasello, attivo nel comune di Biancavilla e considerato articolazione della famiglia catanese “Santapaola-Ercolano”. Secondo l'accusa  dal 2012 imponevano il pagamento di tangenti a un imprenditore  di Biancavilla. I fermati sono: Vincenzo Salvatore Panebianco,  di 26 anni, Vincenzo Monforte, di 30, Tino Caruso, di 38,  Placido Merlo, di 34, Antonino Aricò, di 34, Angelo Santi, di  39, Alfio Ambrogio Monforte, di 47 anni, bloccato da carabinieri  del comando provinciale di  Reggio Emilia, dove l'uomo risiede. Per lo stesso reato è stata inoltre notificata un ordinanza  di custodia cautelare in carcere a Giuseppe Amoroso, 47 anni,  Gregorio Gangi, 27, Massimo Merlo, 44, e Roberto Maglia, 29.   L'operazione, denominata 'Onda d'urto, si basa su indagini su  presunti appartenenti al clan 'Mazzaglia-Toscano- Tomasellò,   attivo nel comune di Biancavilla e collegato con la 'famiglià  catanese 'Santapaola-Ercolanò. Agli atti dell'inchiesta della  Dda della Procura di Catania sono confluiti gli esiti di  intercettazioni ambientali e telefoniche , oltre a riprese  video, che avrebbero permesso di ricostruire l'estorsione  e di  evidenziare ruoli e dinamiche all'interno del clan.   Su disposizione dell'autorità giudiziaria gli indagati sono  stati condotti nella casa circondariale di Catania Bicocca, ad  esclusione di Alfio Ambrogio Monforte, trasferito nell'istituto  penitenziario di Reggio Emilia.

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