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Frodi on line e furti d'identità: 14 arrestati a Catania

Frodi e accessi abusivi a sistemi informatici, sostituzione di persona, truffe e riciclaggio. Oltre 600.000 gli euro provento degli illeciti guadagni, realizzati dal gruppo criminale durante il periodo delle indagini.

La polizia postale di Catania, con l’ausilio degli specialisti nel contrasto al fenomeno del Financial Cyber Crime dei compartimenti polizia postale di Messina, Palermo e Reggio Calabria Shanno scoperto un gruppo criminale organizzato e stabile, operante nella zona jonica comprendente i comuni di Giarre, Riposto, Fiumefreddo di Sicilia.
L´indagine è stata avviata dalla polizia postale a fine 2015 a seguito di una frode informatica ai danni di una banca on-line ai cui clienti, residenti in varie parti d'Italia, erano stati sottratti 300.000 euro. Sono quarantasei gli indagati e 14 le misure cautelari eseguite, tre per la custodia in carcere e undici ai domiciliari.

Questo l'elenco degli arrestati: in carcere Alfio Mancuso, 35 anni, Luca Florio, 37, e Antonio Nucifora, 25. Ai domiciliari Michele Bella, 27 anni, Filippo Chiappazzo Del Popolo, 23 anni, Santo Gulino, 49 anni, Giuseppe Luna, 42 anni, Agostino Muscolino, 24 anni, Sara Musumeci, 23 anni, Angelo Pagano, 42 anni, Giovanni Pagano, 40 anni, Davide Patanè, 25 anni, Adriano Tizzone, 46 anni, e Marco Antonio Torrisi, 39 anni. Altre trentadue persone sono indagate in stato di libertà.
L'associazione era dedita soprattutto alla realizzazione di frodi informatiche del tipo Sim Swap.
Si tratta di una tipologia di frode informatica articolata in vari passaggi. Una volta individuata la vittima si procede alla acquisizione dei suo dati e delle credenziali di home banking tramite tecniche di hacking ovvero di ingegneria sociale e, successivamente, utilizzando documenti falsificati ad hoc, si sostituisce la sim card della vittima e, attraverso lo stesso numero telefonico, si ottengono dalla banca le credenziali per operare sul conto corrente on-line.

Nel caso specifico, carpiti i dati anagrafici, il numero di telefono della vittima, i dati dei conti correnti e le relative credenziali di accesso, gli indagati, utilizzando un falso documento di identità intestato alla vittima, si recavano presso un dealer al fine di chiedere la sostituzione della sim in uso alla persona truffata. La scheda sim del titolare sarebbe stata allora disabilitata in quanto sostituita da quella attivata con la truffa. La vittima si accorgeva del mancato funzionamento della sua sim ma, generalmente, non associava immediatamente lìevento ad una frode in corso.

Dopo la sostituzione della sim, gli autori del reato sarebbero entrati  nel sistema informatico dell'istituto di credito presso cui la vittima aveva acceso il conto corrente, riuscendo il più delle volte a reimpostare le credenziali di accesso attraverso una telefonata all'assistenza clienti, presentandosi come il titolare del conto e rispondendo alle varie domande di sicurezza. Una volta effettuato l'accesso, gli indagati sarebbero stati abilitati ad operare sul conto corrente on-line della vittima, disponendo bonifici o ricariche di carte prepagate in favore di altri conti correnti e carte prepagate nella loro disponibilità, in quanto appositamente accesi da complici e prestanome, così ostacolando l'identificazione della provenienza illecita delle somme e l'individuazione degli effettivi beneficiari attraverso il tracciamento dei flussi finanziari generati dall'operazione indebita.

La serrata successione temporale delle varie sequenze attraverso le quali si snoda la frode informatica in esame non consentiva alla vittima di attivare tempestivamente i dispositivi di sicurezza. La vittima acquisiva dunque consapevolezza del prelievo indebito solo al momento della lettura dell'estratto del conto corrente.
Alcuni componenti del gruppo criminale sono stati molto attivi anche nella commissione delle più comuni truffe on-line, inserendo falsi annunci di vendita sui portali specializzati e, in particolare, sul sito subito.it.

Questa tipologia di truffa si fonda sull´inserimento di falsi annunci di vendita di beni. In particolare, smartphone, pezzi di ricambio per auto, apparecchiature elettroniche sui portali internet dedicati. Alla descrizione del bene veniva associata un'utenza di contatto alla quale fare riferimento per la trattativa.

L'acquirente, dopo aver visionato la descrizione del bene, contattava il venditore, con il quale concordava le modalità di pagamento indicate di volta in volta sotto forma di Iban sui quali far pervenire i bonifici. Ottenuto il pagamento, gli indagati si rendevano irreperibili.

Nel corso delle attività d´indagine gli operatori della polizia postale hanno bloccato numerose frodi, alcune delle quali per importi pari a decine di migliaia di euro.

 

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