Si sono avvalse delle intercettazioni compiute dagli investigatori a bordo dell'auto blindata acquistata da uno degli indagati - da qui il nome dell'operazione, chiamata 'Città blindata' - e delle dichiarazioni di sei collaboratori di giustizia le indagini che hanno portato stamane a Biancavilla (Catania) all'arresto da parte di Polizia di Stato e carabinieri di 16 presunti appartenenti - 10 erano già in carcere - ad un gruppo mafioso accusato di gestire un traffico di droga nel paese. I provvedimenti restrittivi sono l'esito di tre distinte attività investigative in seguito ad una escalation di violenza a Biancavilla, dove il clan che voleva imporre il suo predominio territoriale.
Le indagini, che hanno preso avvio dopo gli omicidi di Agatino Bivona, ucciso il 13 gennaio 2014, e di Nicola Gioco, freddato due giorni dopo, hanno fatto emergere i contatti tra Giuseppe Amoroso, che era stato posto agli arresti domiciliari, ed alcuni suoi fedelissimi per consolidare gli assetti della nuova formazione criminale e pianificare strategie per sancire il definitivo predominio del suo gruppo.
Le indagini hanno accertato anche che gli si era affiancato il fratello Giuseppe dopo che era stato anch'egli posto ai domiciliari. Gli investigatori sono anche riusciti a fermare in tempo il 6 ottobre del 2014 un gruppo di fuoco di appartenenti alla famiglia Maglia che aveva deciso di uccidere Vito Amoroso. Durante le indagini, il 23 aprile 2015, sono stati sequestrati 100 grammi di cocaina, numerose munizioni di fucile calibro 12 e di pistola calibro 7.65. Dopo un tentativo di omicidio nei confronti del fratello Giuseppe, il 10 gennaio 2016, gli investigatori sono riusciti a sequestrare un vero e proprio arsenale che era stato nascosto nelle campagne del paese.
Le indagini hanno anche fatto luce sull'attività estorsiva iniziata dagli indagati nel 2012. Giuseppe Amoroso e Gregorio Gangi furono arrestati il 19 settembre del 2016 per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni del titolare del Bar "Le carillon".
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