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Ventitré arresti per droga, scoperte due bande a Catania: le armi nascoste in un loculo - I nomi

Le armi nascoste anche in un loculo. È stato scoperto anche questo nell’ambito dell’operazione a Catania contro un traffico di droga e armi. In un loculo del cimitero comunale di Catania i poliziotti dell’antidroga hanno trovato un sacco utilizzato per il trasporto delle salme contenente una pistola mitragliatrice con matricola abrasa, una pistola semiautomatica calibro 7.65 con matricola abrasa, una pistola semiautomatica Colt Super 38 Automatic, oltre a svariate munizioni di diverso calibro, anche da guerra.

È solo uno dei particolari di un'operazione con la quale sono state colpite due organizzazioni criminali, accusate di associazione per delinquere finalizzata al traffico e alla produzione di sostanze stupefacenti, cocaina e marijuana, nonché detenzione abusiva di armi da sparo clandestine. Il traffico di cocaina e marijuana avveniva sull'asse Sicilia-Calabria. L’operazione, denominata Blanco, è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. di Catania.  La squadra mobile della questura di Catania è stata coadiuvata da personale delle squadre mobili di Reggio Calabria, Salerno e Agrigento. Secondo quanto accertato, il primo gruppo trafficava in cocaina ed aveva la propria base operativa nel quartiere di San Giovanni Galermo. Il secondo era dedito al traffico di marijuana ed aveva la propria base operativa nel quartiere di San Berillo Nuovo. Le indagini hanno preso avvio da un ferimento a colpi di pistola e da un tentativo di omicidio.

Le misure cautelari riguardano 28 persone.  Ventidue le persone finite in carcere. Una è stata posta agli arresti domiciliari, due hanno l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria e tre sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora. In carcere sono finiti Carmelo Bellomia di 39 anni, Salvatore Carlino di 32, Michele Cosentino di 71, Salvatore Curto, di 39, Maria Polsia Francesca D’Agostino di 29, Francesco Falduto di 49, Lorenzo Ferlito di 54, Giuseppe Fontanarosa di 25, Michele Fontanarosa di 65, Cristofaro Angelo Fuselli di 65 e Salvatore Gulluni di 46. Custodia cautelare in carcere anche per Maryna Kvak di 41 anni, Mykola Kvak di 24, Francesco Ieni di 40, Andrea La Della di 42, Francesco Minnici di 34, Giovanni Minnici di 56, Alessandro Robortella di 29, Maurizio Salici di 37, Emanuele Sapia di 29, Lorenzo Michele Schillaci di 54 e Giuseppe Viola di 36. Agli arresti domiciliari è stato posto Domenico Schillaci, di 75 anni. Hanno l’obbligo di dimora nel Comune di residenza e di presentazione alla polizia giudiziaria Roberta Brizzi di 26 anni e Salvatore Simone di 39. Hanno obbligo di dimora nel Comune di residenza Andrea Brunetto di 43 anni, Salvatore Caruso di 26 e Arbi Dridi di 26.

Il provvedimento restrittivo è stato emesso al termine di indagini, coordinate dalla Dda e svolte dalla squadra mobile tra l'ottobre del 2018 e l’agosto del 2019, iniziate in seguito del ferimento a colpi d’arma da fuoco di Anthony Scalia, di 20 anni, avvenuto la sera del 30 settembre del 2018, e del tentativo di omicidio commesso la sera del 12 novembre del 2018 ai danni di Giuseppe La Placa, di 43 anni, ritenuto appartenente al clan mafioso Cappello-Bonaccorsi. All’indomani del ferimento Scalia fu arrestato perché trovato in possesso di 675 grammi di marijuana.

I principali membri del primo gruppo associazione sarebbero stati i catanesi Lorenzo Michele Schillaci e Michele Fontanarosa e il trafficante calabrese Giovanni Minnici. Questi ultimi, operando insieme agli altri membri del gruppo criminale sia a Catania che in Calabria (nella zona della Locride) ogni settimana sarebbero riusciti a far giungere a Catania e nell’Agrigentino ingenti forniture di cocaina avvalendosi di svariati corrieri. In merito a questo gruppo sono stati documentati in poco meno di sei mesi 21 trasporti e consegne di ingenti quantitativi di cocaina e sono stati arrestati in flagranza di reato vari corrieri, ai quali sono stati sequestrati 21 kg di cocaina destinati al mercato catanese. La seconda organizzazione avrebbe avuto i suoi principali membri in Francesco Ieri, storicamente legato al clan mafioso Pillera - Puntina e nel trafficante calabrese Alessandro Robortella. Questi, operando congiuntamente agli altri membri del gruppo criminale, settimanalmente avrebbero fatto giungere a Catania ingenti forniture di marijuana che venivano poi rivendute a vari grossisti catanesi. Le indagini su tale seconda compagine criminale hanno co di documentare svariate consegne di ingenti quantitativi di marijuana provenienti dalla provincia di Reggio Calabria che si consumavano nel quartiere di San Berillo Nuovo. L’associazione inoltre si dotava di armi da sparo per presidiare il proprio traffico di stupefacenti da eventuali ingerenze da parte di gruppi rivali. La polizia di Stato durante le indagini ha sequestrato 23 chili di marijuana e ha arrestato alcuni membri del gruppo criminale, tra cui lo stesso Ieri, sequestrando al contempo varie armi da fuoco, munizioni e silenziatore.

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