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Anziana morta per "ventricolo bucato": due medici a processo

Si terrà il prossimo 3 luglio, davanti la seconda Corte d'appello di Catania, la prima udienza del processo per omicidio colposo a due medici della clinica Morgagni Cuore di Pedara

CATANIA. Si terrà il prossimo 3 luglio, davanti la seconda Corte d'appello di Catania, la prima udienza del processo per omicidio colposo a due medici in servizio nella clinica Morgagni Cuore di Pedara. Sono Giuseppe Di Stefano, condannato in primo grado a un anno sei mesi, e Giuseppina D'Agata, che è stata assolta.

Al centro del procedimento la morte di una settantenne di Palazzolo Acreide, Paola Bologna, deceduta, secondo i periti, per una perforazione cardiaca per l'innesto di un pace maker. La vicenda risale all'aprile del 2005. La donna è stata ricoverata in ospedale ad Avola per una cataratta. Ma gli esami preliminari avevano evidenziato una forma di aritmia cardiaca. Due giorni
dopo la paziente è stata trasferita in una clinica convenzionata di Siracusa per l'impianto cautelare di un pace maker. Sono sorte delle complicazioni e la donna è stata ricoverata alla Morgagni Cuore di Pedara. Secondo l'accusa, sostenuta davanti il Tribunale di Mascalucia, i medici per inserire il pace-maker, avrebbero 'bucato' il ventricolo della donna con la punta del catetere, inserito attraverso la vena femorale. Dopo un'intervento cardiaco la donna è deceduta.

Sulla sua morte, su denuncia delle figlie, rappresentate dall'avvocato Raffaele Leone, è stata avviata un'inchiesta, dalla quale è scaturito il primo processo. "Quando la paziente è arrivata alla Morgagni - sostiene il dottor Di Stefano - purtroppo era già in condizioni drammatiche. Ho piena fiducia nella magistratura e sono certo che il processo di secondo grado dimostrerà la mia totale
estraneità a ogni contestazione". 

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