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Antiracket, cantieri nervo scoperto

CATANIA. "Con questa collaborazione vogliamo ribadire il nostro impegno nel contrasto ad ogni forma di illegalità e per il sostegno alle imprese pulite". È quanto ha affermato ieri Domenico Bonaccorsi di Reburdone, presidente di Confindustria, durante l'incontro sulla legalità svoltosi nella sede di Confindustria.


L'istituzione di un presidio Fai nella sede di Confindustria Sicilia Palermo lo scorso 7 ottobre, nata dall'intesa tra gli industriali siciliani e la Federazione delle associazioni antiracket, diventa operativa anche nel capoluogo etneo. Proprio da qui parte la sperimentazione di un progetto che coinvolgerà i cantieri edili. "Da diversi anni - ha detto il presidente - la sinergia con la magistratura e con le forze dell'ordine ci consente di assicurare un supporto concreto ai nostri imprenditori vittime di intimidazioni".


All'incontro erano presenti anche il presidente della Fai, Tano Grasso, il direttore di Confindustria, Franco Vinci e i presidenti di Ance Sicilia, Salvo Ferlito e Nico Colombrita. "Dare visibilità alla scelta delle imprese di non pagare il pizzo - ha spiegato Tano Grasso - ha una straordinaria efficacia in termini di prevenzione".


Costruire quindi una strategia che prevenga e contrasti le estorsioni è l'idea guida alla base della sperimentazione. "Si potrà contare - ha affermato Franco Vinci - su una struttura territoriale capace e competente pronta a fare anche opera di sensibilizzazione tra le imprese". Anche per l'Associazione dei Costruttori Siciliani la cooperazione con Fai è fondamentale. "I cantieri edili - ha detto Salvo Ferlito - sono ancora un nervo scoperto sempre più spesso sotto il ricatto della criminalità che va debellata. "La cosa importante - ha precisato Nico Colombrita - è mantenere sempre l'assoluta impermeabilità a qualsiasi tipo di intimidazione".

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