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Crolla palazzina nel centro di Catania
Muore un'anziana, grave una bimba

CATANIA. Un boato nella notte. Così violento e travolgente che la gente della zona è scesa in strada pensando a un terremoto, o a un attentato dinamitardo. Ma la deflagrazione, che ha 'abbattutò una parte di un palazzo di tre elevazioni nella centrale via Crispi di Catania è dovuta allo scoppio di una o più bombole di gas. Nuvole bianche di polvere hanno reso irrespirabile l’aria e 'invisibile' per alcuni minuti il drammatico disastro. Il bilancio è di una donna morta e di quattro feriti, due dei quali, una bambina di 10 mesi e un sessantenne, molto gravi.

L’esplosione di una o più bombole del gas, secondo lo "scenario plausibile" dei vigili del fuoco, ha coinvolto anche due palazzine attigue che sono state fatte subito evacuare. In una scena da bombardamento aereo il piccolo stabile appare uno 'scheletrò: facciata, solai, pavimenti e pareti sono un cumulo altissimo di macerie ai suoi 'piedi'.

Immediato è stato l’arrivo dei soccorritori sul posto. I primi gli equipaggi di due pattuglie delle volanti della polizia di Stato. Subito dopo carabinieri, ambulanze, protezione civile comunale e vigili del fuoco. Si sono messi a scavare e sono riusciti ad estrarre una madre e la sua piccola di 10 mesi. Sono 'precipitatì per tre piani. Sorpresi nel sonno nel loro 'lettonè che è caduto nella voragine che si è aperta. La piccola è grave, ha riportato un trauma cranico e delle emorragie celebrali. E’ sedata nel pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Garibaldi Nesima. Sua madre, ferita, non la lascia. Piange e chiede rispetto: «lasciatemi nel mio dolore, sto male - dice ai giornalisti - ho una bambina di 10 mesi in coma farmacologico e sto male». Nel nosocomio è arrivato anche il padre della piccola, un marocchino, che si è ferito alla mano mentre inveiva e colpiva oggetti. Non era in casa. E’ stato avvertito telefonicamente dell’accaduto e, ha riferito, «non ci ho visto più dagli occhi per la rabbia e il dolore».

Hanno scavato un tunnel i vigili del fuoco anche per fare uscire un sessantenne che abitava al primo piano. «Si è salvato miracolosamente - racconta il caposquadra Salvatore Giudice - perché durante il crollo è stato protetto da un frigorifero che gli ha fatto da 'scudò». L’uomo ha ustioni in molte parti del corpo e ha difficoltà respiratorie perché ha inalato del fumo. Le sue condizioni sono definite gravissime. Ed è, intubato, con la prognosi riservata nell’ospedale Civico di Palermo.

Non ha avuto la stessa fortuna Agata Strano, che avrebbe compiuto 85 anni il prossimo giugno. Viveva da sola al secondo piano del palazzetto ed è morta nel suo letto, schiacciata dai detriti. La conosceva bene la sua vicina di pianerottolo, Francesca Giuffrida, scampata all’esplosione perché era casa dal figlio: «sono stata miracolata», commenta seduta sui gradini d’ingresso di un negozio guardando le macerie.

A recuperare la vittima, per ultima, sono stati i vigili del fuoco che hanno continuato a scavare tra i detriti perché si temeva ci fosse una badante dell’Est Europa dispersa. Ma la donna era a casa sua. Le altre due ferite sono state trasferite nell’ospedale di Lentini, nel Siracusano, le loro condizioni non sono gravi. Una di loro ricorda l’esplosione «scatenata dopo avere fumato una sigaretta, mentre c'era il televisore acceso». "Io ero sotto le macerie - rivela - e gridavo. Mi hanno salvata. La bambina è grave? E’ una bambola, speriamo che sopravviva». In serata una di loro, 69 anni, è trasferita nel reparto semi intensivo della rianimazione del Garibaldi Nesima per trauma alle costole e versamento pleurico.

Agli atti delle indagini diversi testimoni che parlano di "odore di gas». Il sindaco Enzo Bianco conferma: «La mamma della bambina ferita mi ha detto che già poco prima di mezzanotte aveva avvertito odore di gas: forse lanciando l’allarme si sarebbe potuto evitare la tragedia». Nella strada passa la rete del gas metano, ma la palazzina non si era allacciata.

Il Procuratore Carmelo Zuccaro ha aperto un’inchiesta sulle cause della tragedia che appaiono accidentali. Il reato ipotizzato è di disastro colposo. Le indagini sono state delegate alla polizia di Stato. Intanto le famiglie sfollate dai palazzi dichiarati inagibili saranno ospitate dal Comune. "Abbiamo già trovato - annuncia il sindaco Bianco - un albergo in via Etnea, e saranno accuditi con ogni attenzione, come è giusto che si faccia in questi casi».

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