ADRANO. Sono stati decapitati i vertici del clan Santangelo “Taccuni” di Adrano. Sono scattate questa mattina 33 misure cautelari per persone ritenute responsabili dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio, estorsione, rapina, furto, ed altri reati contro il patrimonio, reati in materia di armi, con l’aggravante di aver commesso i reati in nome e per conto del clan Santangelo “Taccuni”.
La indagini sono state portate avanti dagli agenti della squadra mobile di Catania e del commissariato di Adrano. Sono stati delineati all’interno del clan l’organigramma, ma soprattutto sono stati decapitati i vertici e disarticolata l’intera cosca operante in territorio di Adrano, alleata della famiglia catanese di cosa nostra Santapaola - Ercolano.
Agli affiliati del clan Santangelo sono contestati episodi estorsivi, un vasto traffico di stupefacenti, una rapina in abitazione ed un furto ad un bancomat di un istituto di credito con l’utilizzo di un escavatore.
C'è anche un poliziotto tra i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare eseguite nell’ambito dell’operazione, denominata 'Adranos', che ha permesso alla squadra mobile di Catania di decapitare i vertici e disarticolare ad Adrano i ranghi della cosca Santangelo, alleata della famiglia catanese di Cosa nostra Santapaola.
E’ Francesco Palana, assistente capo della Polizia di Stato in servizio nel Commissariato del paese. L’uomo, ora ai domiciliari, è accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti insieme con Salvatore Crimi, di 32 anni, uomo di fiducia del boss Alfio Santangelo, dal quale si riforniva di droga. Era stato arrestato il 26 aprile del 2016 perché, fermato a bordo della sua auto al casello di San Gregorio dell’autostrada Messina - Catania, era stato trovato con 9,2 grammi di cocaina. L’ispettore era stato sospeso dal servizio.
Gli arrestati nell’operazione antimafia della polizia di Catania sono 29. Quattro sono riusciti a sfuggire all’arresto. Due sono all’estero. Gli indagati son ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga, estorsione, rapina, furto ed altri reati contro il patrimonio, reati in materia di armi con l'aggravante di aver agito avvalendosi del metodo mafioso. I particolari dell’operazione sono stati resi noti durante una conferenza stampa alla quale ha partecipato il Procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro.
Dalle indagini, dal settembre del 2104 al settembre del 2106, è emerso che l’organizzazione Santangelo - Taccuni, capeggiata dal boss storico Alfio Santangelo, e la cosca avversa degli Scalisi, retta da Pietro Maccarrone, dopo anni di contrapposizione hanno raggiunto una intesa per la spartizione dei proventi del pizzo, specialmente nel mercato ortofrutticolo e in quello dell’ingrosso delle carni. Gli investigatori sono anche riusciti a filmare Santangelo che consegna alcuni doni a Maccarrone.
I componenti della cosca sarebbero stati gli autori, tra l'altro, di una estorsione al titolare di un’impresa di estrazione di materiale lavico attuata con minacce e colpi di arma da fuoco verso i beni dell’azienda, e di una rapina nell’abitazione di una donna a Santa Maria di Licodia. In quell'occasione i banditi colpirono alla testa il suo convivente per farsi dire dov'erano nascosti 480 mila euro. Due degli indagati vennero inoltre arrestati dalla Polizia di Stato la notte di Natale del 2105 dopo che con un escavatore avevano divelto l’Atm della filiale di Santa Maria di Licodia del Banco Popolare Siciliano e tentato di appropriarsi dei circa 75 mila euro che conteneva. Nel corso delle indagini sono sequestrati cocaina, hashish, marijuana, eroina, attrezzatura per la coltivazione di marijuana e armi.
Nell’operazione denominata 'Adranos' sono finiti in manette Gianni Santangelo, di 35 anni, Antonino Bulla, di 35, Antonino La Mela ,di 43, Vincenzo Bulla, di 34, Rosario Galati Massaro, di 34, Nicolò Trovato, di 27, Giuseppe la Mela, di 45, Nicolò Rosano, di 38, Salvatore Quareci, di 26, Marco Ricca, di 28, Vincenzo Rosano, sorvegliato speciale di 50, Andrea Palmiotti, di 38, Ignazio Vinciguerra, di 53, Antonino Foti, di 25, Vincenzo Nicolosi, di 28, Maurizio Pignataro, di 41, Salvatore Sangrigoli, di 21, Luigi Leocata, di 48, arrestato a Piacenza, posto quest’ultimi ai domiciliari. Il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere ad Alfio Santangelo, di 65 anni, ritenuto capo storico dell’organizzazione Santangelo - Taccuni, Antonino Quaceci, di 48, Nino Crimi, di 38, Salvatore Crimi, di 32, Francesco Rosano, di 28, detenuto all’estero, Alfredo Pinzone, di 34, Nicola Mancuso, di 36, Biagio Trovato, di 28, Angelo Pignataro, di 30.
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