CATANIA. Blitz nel quartiere di Librino a Catania una della maggiori piazze di spaccio. I carabinieri hanno arrestato 36 persone per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.
L'organizzazione era piramidale e gestita dal clan mafioso Santapaola. Gli inquirenti hanno scoperto che anche un bambino di sei anni spacciava la droga a Catania. Il piccolo avrebbe aiutato il convivente della sua mamma, il vero pusher di professione, a smerciare marijuana e cocaina, in viale Biagio Pecorino. Alla giuda dell'organizzazione fino allo scorso luglio c'è stato c'è stato Saro Lombardo, ritenuto il boss della cosca Santapaola, conosciuto con il nomignolo di Saro "u grosso", talmente grosso da scontare prima ai domiciliari nel quartiere e poi lontano da Catania, ma sempre a casa due condanne a 20 anni per mafia.
"A questo bambino è stato sottratto il futuro", hanno detto gli investigatori durante la conferenza stampa a Catania. Il bambino veniva utilizzato durante la fase di spaccio con diverse modalità. Gli investigatori hanno sottolineato che si cercherà di "recuperare al più presto" il minorenne.
Gli inquirenti si sono avvalsi delle dichiarazioni dei pentiti di mafia Angelo Bombaci e Salvatore Bonanno. Sono emerse così le dinamiche del gruppo che gestiva la vendita della droga a Catania. Gli spacciatori, quasi sempre due e tre vedette, lavoravano ininterrottamente dalle 8 della mattina fino alle due di notte. Per un guadagno che si aggirava intorno ai duemila euro al giorno frutto di almeno duecento consegne di stupefacente.
Per gli spacciatori la paga giornaliera era di 100 euro, 70 alle vedette, e una cifra che variava dai 50 ai cento euro per i pusher che finivano in manette. Il gruppo si riforniva di cocaina prevalentemente dal clan Nizza, mentre per la marijuana vi erano canali preferenziali gestiti da Saro Lombardo in persona.
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