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Inail: meno morti e più incidenti

L’ultimo rapporto redatto dall’istituto registra un calo di decessi (il settore edile resta a più alto rischio), ma anche l’aumento degli infortuni

CATANIA. Le morti bianche in Sicilia come è stato detto nelle scorse settimane sono in calo: il 21% in meno nel 2011, quando si sono registrati 56 decessi, mentre nel 2010 erano stati 71 (fa eccezione Caltanissetta che da 4 è salita a 6), ma i dati ufficiali dell’Inail fanno lo stesso riflettere. Catania è scesa da 19 a 14.
Anche per quanto riguarda gli altri tipi di infortuni, l’Inail conferma l’andamento decrescente, in linea con il fenomeno nazionale. Resta il fatto che la provincia di Catania (6.937 casi), fa registrare il maggior numero di incidenti sul lavoro.
«Per essere virtuosi non dovremmo avere alcun tipo di infortunio – ha detto il direttore regionale dell’Inail, Giovanni Asaro – e soprattutto mortali, ma è vero che finalmente, da un pò di anni a questa parte, la Sicilia presenta una diminuzione costante del numero degli infortuni, al di là della diminuzione occupazionale registrata».
Il dirigente Inail ritiene che gli interventi realizzati a livello regionale in rete con tutti gli altri partner e grazie alle sensibilità dei datori di lavoro, delle associazione di categoria, delle parti sociali, hanno prodotto un risultato. «Anche gli incentivi erogati sulla sicurezza - ha aggiunto Giovanni Asaro - hanno facilitato soprattutto da parte delle imprese edili, interventi innovativi sul campo dei macchinari. Questo ha prodotto un miglioramento complessivo della sicurezza negli ambienti di lavoro».
Stimolo a dibattito e alla ricerca di soluzioni migliorative, il segretario generale della Uil etnea. «Se l’Inail comunica dati ancora inquietanti, indicando nuovamente Catania come capitale degli incidenti sul lavoro, significa che poco o nulla è stato fatto dalle istituzioni. E che la Uil con gli altri sindacati deve alzare ancora più forte, se possibile, la propria voce in difesa dei lavoratori, delle loro famiglie».
La Uil chiede da tempo non soltanto un Osservatorio prefettizio su: morti bianche e incidenti sul lavoro a Catania e provincia, ma anche un confronto tra Governo e parti sociali, in ordine alle carenze nella rete di controlli a tutela dei lavoratori. «Questo - dice Angelo Mattone - sarebbe, poi, utile a rivendicare con forza più personale specializzato e più mezzi all’Ispettorato del lavoro, aspetto che abbiamo ribadito dopo la tragedia di via D’Antona, costata la vita a Orazio Savoca, di 26 anni, per il quale nessuna impresa ha versato contributi alla Cassa edile ormai dal 2006».
«La strage di Mineo - dice ancora il segretario della Uil - per la quale nei giorni scorsi è stata pronunciata la sentenza di primo grado, ha rappresentato un episodio emblematico del progressivo degrado delle condizioni di lavoro in Italia, tant’è che le stesse organizzazioni sindacali nazionali hanno voluto manifestare in quel territorio. Da allora, però, non abbiamo notato gli auspicati cambiamenti di tendenza, anzi la crisi sta provocando un ulteriore imbarbarimento dei rapporti di lavoro».

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