CATANIA. La sorte di Pubbliservizi, dei quattrocento lavoratori di questa azienda partecipata della Provincia, è appesa a una deroga che il commissario dell’ente locale, Antonella Liotta, ha chiesto al Governo nazionale. Se però non fossero concesse eccezioni, motivate con il caos provocato dall’incerto futuro delle Province in Sicilia, entro il 30 giugno la società dovrà – così come impone la legge – essere messa in liquidazione o privatizzata. Sempre che qualcuno la voglia acquistare. Il commissario, intanto, ammette: “Il sistema, in atto, non è in grado di garantire il futuro occupazionale dei lavoratori, che garantiscono servizi istituzionali essenziali di elevata professionalità e produttività”.
Tramite Prefettura, Antonella Liotta ha inviato una nota al presidente del Consiglio, ma anche a ministri, sottosegretari, presidente della Camera, deputazione nazionale eletta in Sicilia e deputati regionali: “In attesa dell’attuazione della riforma – spiega il commissario – risulta impossibile determinare il valore della domanda del servizio, le caratteristiche e termini contrattuali e l’eventuale organismo subentrante alle amministrazioni provinciali”. E ancora: “L’azione tecnica avviata è finalizzata ad allungare i tempi troppo stretti dettati dalla normativa in vigore per arrivare a una più serena strategia a tutela dell’interesse pubblico e dell’occupazione che contribuirà, inoltre, ad evitare la dispersione di un patrimonio di competenze e a scongiurare eventuali e conseguenti tensioni sociali”. Il commissario, intanto, ha annunciato che sta procedendo “cautelativamente” nell’alienazione della società “per non incorrere nell’ipotesi di messa in liquidazione”.
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