CATANIA. Il Centro siciliano di fisica nucleare, uno dei centri di eccellenza della ricerca catanese, rischia di chiudere o perlomeno di essere fortemente ridimensionato. «Ci è da tempo venuto a mancare il sostegno del Comune, socio fondatore – dice Sebastiano Albergo, direttore del centro – che dal 2004 non versa più la sua quota e ha smesso di sottoscrivere le obbligazioni che si rinnovano ogni cinque anni. Ci troviamo nelle condizioni di dovere affrontare la riduzione del personale presente da oltre trent’anni, e rischiamo di non riuscire a ottemperare ai nostri progetti di ricerca. Eppure il centro ha portato e continua a portare risorse economiche sul territorio ».
Al momento dei quattro soci (Università di Catania, e Messina, Provincia regionale e Comune di Catania), la Provincia regionale copre l’80% degli stanziamenti. Ma proprio la Provincia regionale presto non esisterà più e già da quest’anno il suo contributo potrebbe venire a mancare.
Nel corso di 57 anni di vita, il centro ha sviluppato o sostenuto, tanti ed importanti progetti. Basti ricordare l’acquisto, nel 1955, del primo acceleratore di ioni del meridione.