CATANIA. Da due mesi non percepiscono stipendio. Lavorano in condizioni difficili e sono pronti ad intraprendere azioni di protesta. I lavoratori del Centro operativo forestale di Catania "alzano" la voce. Vogliono farsi sentire e lanciano il loro grido di allarme: "Così non possiamo andare avanti. La nostra attività è a rischio". La sala operativa dell'ufficio catanese coordina proprio tutto, dagli incendi all'eruzione dell'Etna; si coordinano gli interventi con la Protezione Civile, la Prefettura e le Forze dell'Ordine. Pochi uomini, che fanno turni 24 ore su 24 e pochi mezzi. Padri di famiglia, che adesso non riescono più ad arrivare a fine mese. "Anche acquistare i libri per la scuola dei nostri figli è diventata una vera impresa - affermano -. Da due mesi siamo senza stipendio e la vita per noi sta diventando impossibile". La Regione è in ritardo nei pagamenti e nonostante le numerose rassicurazioni ricevute, ancora non è cambiato nulla. Un operatore, che preferisce mantenere l'anonimato, rivela: "Se questa assurda vicenda non si sblocca, siamo pronti anche ad occupare l'ufficio. Di certo ci mobiliteremo tutti. La Regione sta tagliando in ogni settore. E non è vero, come si è detto in più occasioni, che in Sicilia ci sono 30 mila forestali, pagati ogni mese. I 30 mila sono iscritti alle liste di collocamento alla voce forestali, ma tra loro c'è anche chi non hai mai svolto una sola giornata lavorativa". "Noi siamo stanchi - aggiunge l'operatore -. Non abbiamo risorse e abbiamo anche mezzi ormai obsoleti. Non vediamo un raggio di sole nel nostro futuro. Tutto questo a causa delle procedure lente e macchinose della Regione, che ha affidato il pagamento degli stipendi a personale insufficiente per gestire tutta l'Isola". Da Palermo continuano ad arrivare promesse e parole, ma i lavoratori del Centro operativo forestale di Catania vogliono fatti concreti. Non sono più disposti a tollerare. (*UP*)
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