Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

«Un Pd unito»: la missione impossibile di Torrisi e Mangano

CATANIA. Cambi in corsa e ”testacoda”. Mauro Mangano, aspirante segretario provinciale del Pd, si ritrova oggi Luca Spataro tra i suoi sponsor — «eppure, io fui tra quello che firmai per chiedere che si dimettesse dal partito», ammette il sindaco di Paternò — e il ”collega” Enzo Bianco nello schieramento avversario. Eppure, il ”prof” è presidente regionale di quei «Liberal Pd» che sono creatura politica di Bianco. Un chiarimento ci sarà: «Nei prossimi giorni, decideremo assieme cosa fare», dichiara Mangano che non esclude le dimissioni da quell’incarico «di area». Jacopo Torrisi, l’altro candidato, polemizza: «Questa decisione non l’ho capita. Io, d’altronde, non sono abituato a salti così repentini !».



Sostenuto da Concetta Raia e Luisa Albanella, oltre che dall’ex senatore e da Giovanni Burtone, Torrisi rivela la sua amarezza per non essere riuscito nella sua missione (impossibile): «Il mio obiettivo è stato, è, la ricomposizione dell’unità del Pd etneo. Il mio percorso, sin dall’inizio, ha seguito questa idea precisa. La riunificazione, dopo due anni di lacerazioni profonde. Non ci sono riuscito in questa fase, lavorerò allo stesso scopo se sarò segretario. Non so fare, però, previsioni». «Insomma — continua il giovane avvocato catanese, sposo tra due mesi — non so rispondere alla domanda sulle mie percentuali di successo perchè ci si può tesserare sino alla fine e, anche se attorno al mio nome s’è raccolta un’ampia convergenza, tutto è reso assolutamente incerto dalle regole congressuali». Pure Mauro Mangano, sostenuto da Giuseppe Berretta e dai «crocettiani», da Anthony Barbagallo e da gran parte dell’area Renzi, preferisce non sbilanciarsi: «Nessun calcolo, impossibile sapere come finirà». Quindi, dichiara: «Comunque vada, sia con me che con Torrisi sarà un partito inclusivo. L’errore dell’ex segretario, di Luca Spataro, fu proprio quello di non avere pienamente coinvolto la classe dirigente del partito. Con me, non sarà così. Io faccio il sindaco, non potrò restarmene dodici ore a occuparmi della segreteria del Pd e, dunque, la mia sarà una gestione molto collegiale». Mauro Mangano, infine, puntualizza: «Con Enzo Bianco nessun problema, anche se è ovvio che avrebbe preferito non vedermi candidato. La mia stima, il mio rispetto per Bianco restano illimitati. Lui ha privilegiato una logica amministrativa mantenendo l’asse che s’era formato in occasione delle elezioni comunali. Noi dell’area Renzi, invece, abbiamo ragionato su un altro piano di coerenza, perchè tra qualche mese votiamo per il segretario nazionale. Se non costruiamo qualcosa anche nei territori, rischiamo che i cittadini non capiscano nulla. Comunque, noi renziani siamo i più pacifisti di tutti ...».

Caricamento commenti

Commenta la notizia