CATANIA. Micron non ritirerà la procedura di mobilità per i 420 dipendenti in Italia. Nonostante le pressanti richieste del Governo - sottosegretario Claudio De Vincenti, e Giampietro Castano, responsabile dell’Unità Gestione Vertenze (Ministero Sviluppo Economico) - dei sindacati e delle istituzioni locali, comuni e regioni, ieri a Roma, Micron la multinazionale dei semiconduttori con sede negli Stati Uniti, è rimasta ferma nelle sue posizioni e ha confermato gli esuberi su scala nazionale che a Catania si traducono in 128 licenziamenti (su 324 dipendenti).
Due le date fissate al termine del tavolo di ieri al MISE al quale, insieme ai sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) e al vicesindaco Marco Consoli, per la prima volta, ha preso parte anche l’assessore alle attività produttive Linda Vancheri in rappresentanza della Regione Siciliana, unica regione assente alle trattative sulla crisi della microelettronica in corso dallo scorso mese di ottobre. Il primo incontro sarà quello del 21 febbraio quando il Governo, presente l’azienda, convocherà ancora una volta i territori (comuni e regioni) per proporre a Micron delle soluzioni alternative agli esuberi. Il secondo incontro è quello di natura tecnica in programma il 7 marzo nel corso del quale saranno prese in esame da sindacati e azienda le procedure di mobilità e gli eventuali ammortizzatori sociali. Risorsa che i sindacati, proiettandosi più in là nel tempo, guardano con preoccupazione: «No alla cassa integrazione senza un piano industriale che recuperi tutti», spiega Stefano Materia (Fiom Cgil) che aggiunge «Semmai puntiamo ai contratti di solidarietà».
Definito intatto un pacchetto di scioperi su scala nazionale e locale. Il 21 febbraio si fermano tutti i siti italiani di Micron (Catania, Agrate, Arzano e Avezzano) e i lavoratori si ritroveranno a Roma. Altro sciopero quello del 6 marzo (alla vigilia dell’incontro del 7), quando ogni sito manifesterà nella propria sede. Critica la posizione della Cisl che, tramite il segretario territoriale Rosario Pappalardo, dice: «Inaccettabile la volontà dell’azienda di andare avanti con la procedura di mobilità. Sarà importante l’azione che verrà messa in campo dalle istituzioni locali e dal governo. Abbiamo apprezzato la presenza e la vicinanza ai lavoratori dell'assessore Attività produttive della Regione siciliana e del vicesindaco di Catania. Ci aspettiamo di costituire un fronte comune che porti a ritirare i licenziamenti da parte di Micron e a mettere in campo strumenti e soluzioni per tutelare lavoratori e territorio».
Consoli, che lunedì insieme al sindaco Bianco e all’assessore Vancheri ha istituito un tavolo tecnico sulla questione, ha sollecitato i rappresentanti di Micron a partecipare alla trattativa a Catania. Idem Rosaria Rotolo (Cisl): «Importante avviare velocemente a Catania il tavolo permanente per la microelettronica». La vertenza Micron registra gli interventi di Salvo Pogliese (FI): «L’Italia e la Sicilia non possono tollerare l’arroganza di un’azienda, i cui ricavi sono in costante aumento, che in maniera unilaterale decide di delocalizzare i suoi stabilimenti nel nostro territorio». Mentre Angela Foti (M5S) conferma la «volontà del gruppo di sostenere azioni utili allo sviluppo del settore».
Micron non ritira la mobilità dei dipendenti
Altri due incontri sono stati fissati a Roma per febbraio e marzo. I sindacati hanno già deciso un «pacchetto» di scioperi
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