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Catania, esami e pagelle
per l’Ateneo del terzo millennio

Le aree saranno ridotte da 17 a 9. Entro martedì 30 sarà conclusa la ricognizione ed entro il 31 ottobre l’elaborazione del manuale delle procedure tecnico-amministrative, da attivare entro il 31 dicembre

CATANIA. «I dipartimenti al centro della vita d'Ateneo». È questo lo slogan, ma soprattutto il punto cardine della profonda riorganizzazione amministrativa dell'Università, varata dal Cda, che il rettore Giacomo Pignataro ha illustrato alla comunità accademica etnea al Polo d'Ingegneria. «I dipartimenti - dice il rettore, affiancato dal prorettore Alessandra Gentile e dal direttore generale Federico Portoghese - sono il vero luogo dove si organizza, si pianifica e si svolge la vita accademica della nostra comunità, dove si realizzano le funzioni istituzionali dell'Ateneo, dove studiano i nostri studenti. Oltretutto gli Atenei vengono valutati a livello nazionale proprio sulla base delle attività di didattica e ricerca. Ricordo che già da quest'anno l'assegnazione dell'8% del Fondo di finanziamento ordinario delle università avverrà su base del merito. Ed entro quattro anni ben il 70% dell’Ffo sarà assegnato sulla base del costo standard per studente in corso. Se teniamo conto che attualmente abbiamo 20 mila fuori corso su 54 mila iscritti, il nostro imperativo è cercare in qualunque modo di migliorare questo dato, non soltanto per motivi economici, ma anche perché l'allungamento dei tempi di laurea e l'abbandono, in fin dei conti, rappresentano un tradimento della nostra missione».
Secondo Giacomo Pignataro l’Università avverte l'esigenza di dotarsi di un nuovo modello organizzativo, avendo ben chiaro che non esiste quello ideale, ma va adottato un modello che riesca a garantire l'efficienza amministrativa dell'Ateneo, attraverso un percorso più ampio e articolato che possa permettere all'Università di raggiungere i propri obiettivi di ricerca, didattica e trasferimento tecnologico. «Crediamo — dice — che in questo senso sia fondamentale, la centralità dei dipartimenti il cui ottimale funzionamento, in termini di didattica e ricerca, permetterà tra le altre cose il conseguimento dei fondi premiali da parte del ministero». Secondo questa logica, ai dipartimenti andrà garantito, in nome dell'auspicata autonomia di «poteri», competenze e risorse finanziarie, un controllo efficace delle attività gestionali strumentali alla realizzazione dei propri indirizzi programmatici culturali e scientifici, attraverso l'assegnazione di budget e personale, con il solo limite derivante dalla necessaria uniformità delle procedure e della rispondenza alle «cornice» delle linee strategiche generali dell'Ateneo e ai dettami del bilancio unico. In sintesi, la riorganizzazione amministrativa permetterà di superare l'attuale sistema dei poli amministrativo-contabili e di articolare la complessiva amministrazione dell'Ateneo su due livelli: uno centrale (con compiti di organizzazione e gestione dei servizi comuni e generali, quali ad esempio pulizia, vigilanza e manutenzione, oltre che di definizione di procedure comuni e di quei compiti specializzati che richiedono apposite figure con competenze che non si possono avere in ogni singolo dipartimento) e un altro dipartimentale, con competenze amministrative e contabili idonee ad assicurare la gestione delle risorse e delle attività istituzionali decentrate. L'attività amministrativa a supporto dei dipartimenti andrà realizzata attraverso un ufficio amministrativo-gestionale e un ufficio didattico, con compiti ben individuati, composto da personale assegnato ai dipartimenti e coordinato da un funzionario in rapporto di dipendenza gerarchica dal direttore generale dell'Ateneo e di dipendenza funzionale dal direttore del dipartimento. Il rettore ha inoltre sottolineato la parallela attività di snellimento e revisione che interesserà l'amministrazione centrale. Le aree saranno ridotte da 17 a 9, attraverso un accorpamento di quelle tecniche, finanziarie, provveditorali e del personale, per garantire efficienza organizzativa per evitare duplicazioni e promuovere l’economicità e saranno individuati nuovi criteri di valutazione dell'amministrazione e in particolare dei dirigenti e dei responsabili degli uffici, che tengano conto del raggiungimento degli obiettivi assegnati.
I tempi per realizzare questo cambiamento saranno abbastanza rapidi: entro il 30 settembre la direzione generale concluderà la ricognizione delle competenze del personale tecnico-amministrativo, realizzando una vera e propria Anagrafe delle competenze, strutturata e aggiornabile continuativamente. Entro il 31 ottobre, poi, sarà elaborato un manuale delle procedure relative all'attività gestionale amministrativa dei dipartimenti e contemporaneamente sarà varata un'ipotesi di assegnazione del personale tecnico-amministrativo ai dipartimenti. Infine, entro il 31 dicembre saranno attivate le procedure tecnico-amministrative per trasferire le competenze dai poli amministrativo-contabili agli uffici dipartimentali.

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