CATANIA. L'ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli è indagato per falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici insieme con gli ex assessori al Bilancio Roberto Bonaccorsi e Gaetano Riva e il responsabile pro tempore della direzione ragioneria generale del Comune Giorgio Santonocito ed altri 16 funzionari. Agli indagati viene contestato di aver concorso, a vario titolo, a dissimulare la reale situazione economico - finanziaria del Comune di Catania alterando talune poste dei bilanci degli anni 2009, 2010 e 2011 allo scopo di evitare la dichiarazione dello stato di dissesto finanziario del l'Ente lo cale e lo scioglimento del consiglio comunale. Gli avvisi di conclusione indagini, emessi dal procuratore aggiunto Michelangelo Patanè e dal sostituto procuratore Alessia Minicò, sono stati notificati dalla Guardia di finanza.
Nel corso delle indagini i militari del Nucleo di polizia tributaria di Catania hanno proceduto, su delega dell'autorità giudiziaria, all'acquisizione di un'ingente mole di documentazione in vari uffici del Comune e nelle sedi delle principali aziende dallo stesso partecipate. Nel contempo la Procura ha nominato quale consulente tecnico un professore ordinario di «Economia ed Amministrazione delle Aziende Pubbliche» dell'Università di Palermo. L'esame svolto ha consentito di evidenziare «significative anomalie nella formazione e nell'approvazione dei documenti contabili in argomento, con specifico riferimento a: appostamento in bilancio di ingenti quote di 'residui attivì risalenti nel tempo e di dubbia esigibilità, per un importo complessivi di oltre 270 milioni di euro; sono stati inoltre accertati »debiti fuori bilancio« per oltre 78 milioni di euro, la cui certezza in ordine alla manifestazione finanziaria avrebbe dovuto indurre l'Amministrazione comunale all'individuazione delle necessarie coperture». L'indagine ha inoltre evidenziato «disallineamenti contabili emergenti tra i valori iscritti in bilancio dall'ente locale controllante (Comune di Catania) rispetto a quelli rilevati nei bilanci delle società partecipate per circa 34 milioni di euro». È stata anche rilevata la «classificazione di somme, pari a circa 20 milioni di euro, nell'ambito di voci di bilancio dalle quali non emergeva la loro natura di passività».
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