CATANIA. Rientra Peruzzi, esce Gyomber per squalifica. Non cambia molto nell'organico a disposizione di Peppe Sannino, costretto a dover fare dell'emergenza la sua condizione cronica. E il recupero di Frison non è stato sostenuto da una prestazione adeguata del portierino, bravo a reclamare, tramite il suo procuratore, maggiore fiducia e possibilità, ma poi non di meritarla se non a responsabilità limitata. Ed alla fine, a tirare la carretta Catania sono Emanuele Calaiò e Alessandro Rosina, gente che non risparmia energie e gambe, cuore e polmoni per cercare di andare avanti. Che poi Rosina sbagli un calcio di rigore, ma a partita praticamente chiusa, si può considerare un peccato veniale, che nulla ha cambiato nel trend di una squadra che sembra in caduta libera, pur esprimendosi al massimo. O meglio: al massimo di quanto può dare ora. Ed è triste, oltre che preoccupante, che questo sia il massimo. Le profezie della vigilia che davano la squadra rossazzurra come destinata a uccidere il campionato provocano sorrisi amari. La verità è un'altra: il campionato sta uccidendo il Catania.
Adesso, il calendario prevede un tour de force terribile per chi, come il Catania, ha l'infermeria piena, i muscoli imballati e la paura che ha invaso spogliatoio e campo. Tre partite di fila, tutte d'un fiato, le prime due delle quali potrebbero ridare un raggio di calore su uno stadio dove potrebbe verificarsi un freddo glaciale in seguito ai risultati negativi in serie.
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