CATANIA. L'importanza della partita di domenica tra Catania e Avellino rischia di passare in secondo piano dopo il fuoco di artificio di polemiche che sono scaturite dalla notizia della busta con minacce di morte e proiettili indirizzata al presidente Nino Pulvirenti. A innescare la reazione della tifoseria organizzata della Curva Nord il comunicato della società rilanciato ieri: "In relazione alle notizie di stampa di queste ore, il Calcio Catania precisa che tutti i fatti e i personaggi che, fin dall'inizio di questa stagione sportiva, hanno cercato di ostacolare e destabilizzare la società sono stati denunciati alle Autorità competenti nei tempi e nei modi dovuti". La Curva Nord non ci sta: si sente chiamata in causa perché la notizia delle minacce sarebbe stata diffusa "nel giorno in cui la tifoseria, dando seguito ad una civile protesta che va avanti da mesi, annuncia di considerare chiuso il ciclo iniziato dieci anni fa, invitando al contempo la tifoseria ad accorrere in massa allo stadio per incitare la squadra verso la salvezza. Una protesta chiara, limpida, alla luce del sole, a difesa del Catania Calcio, bene comune di un popolo di innamorati e patrimonio di passione e sentimenti. Che va avanti da mesi, con ripetute richieste di incontri, confronti, spiegazioni e chiarimenti che non sono mai arrivati".
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