Il calcio italiano dice addio ad una sua leggenda, Pietro Anastasi, campione d’Europa in maglia azzurra nel 1968 e indimenticato attaccante della Juventus e dell’Inter. L’ultimo saluto a 'Pietruzzu', catanese di origine, è previsto a Varese, dove si è spento ieri a 71 anni dopo una lunga malattia: la terribile Sla, come ha fatto sapere il primogenito Gianluca.
«Papà aveva la Sla, che gli era stata diagnosticata tre anni fa dopo essere stato operato di un tumore all’intestino. Gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti e lui giovedì sera quando era ricoverato all’ospedale 'di Circolo' di Varese ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenamente»: così Gianluca Anastasi ricorda in un colloquio con l'Ansa la scomparsa del padre Pietro avvenuta ieri, confermando che è stata dovuta alla Sla. «Ha scelto lui giovedì sera di andarsene. Ha chiamato mia mamma e ci ha detto di volerla subito».
«Tutto era cominciato tre anni fa con dei dolori al braccio e alla gamba ma a lui all’inizio non abbiamo detto nulla - ricostruisce Gianluca - Abbiamo fatto altri esami ed è venuto fuori che aveva un tumore all’intestino, anche se persisteva il problema neurologico alle gambe. Comunque papà si è operato e il tumore è stato tirato via. Poi abbiamo fatto altre analisi e approfondimenti medici ed è venuto fuori il problema. Il medico ci ha detto che era Sla ma a papà abbiamo preferito tacerlo anche se lui aveva capito tutto. Abbiamo deciso di dirgli la verità tre mesi fa - prosegue il primogenito di Anastasi - ma lui come detto lo aveva già immaginato perchè i problemi nei movimenti erano evidenti. Da allora la cosa è precipitata e gli ultimi mesi sono stati davvero devastanti, perchè papà non riusciva più a muoversi e respirava a fatica e si aiutava con l’ausilio di una macchina da cui non riusciva più a staccarsi. Poi gli è stata consigliata anche la tracheotomia ma a quel punto lui ha detto 'basta', seguirò il destino della mia malattia», e ha rifiutato l’accanimento terapeutico.
Così mercoledì è entrato nell’Hospice, dove sono i malati terminali, e il giorno dopo ha deciso di essere sedato. «Lui era cosciente anche se faceva fatica parlare, ci ha salutato, mio fratello che vive in America, poi me e mia mamma, abbiamo chiacchierato una mezzoretta dei vecchi tempi e della vita bella insieme poi è arrivato il dottore, gli ha messo l’ago per la sedazione assistita. In 40 minuti si è addormentato e il giorno dopo papà è morto».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia