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Randagismo a Biancavilla, occorre una task force

Il fenomeno nella cittadina è particolarmente sentito, ma il Comune non ha i soldi per affrontarlo

BIANCAVILLA. Resta ancora molto lavoro da fare a Biancavilla per debellare il fenomeno del randagismo; branchi di cani che molto spesso mettono paura a residenti e commercianti non solo del centro storico ma anche delle periferie della città. La problematica è stata affrontata nel corso della trasmissione radiofonica "Ditelo a Rgs", in onda ogni mattina dalle 7,10 sulle frequenze di Radio Giornale di Sicilia. La tematica è stata analizzata in trasmissione, dopo le precedenti segnalazioni giunte in redazione da un radioascoltatore di Biancavilla, Kevin Russo. Nel corso delle trasmissioni sono state evidenziate le difficoltà, sia logistiche che economiche, incontrate dagli agenti della Polizia locale che si occupa del fenomeno.

A dialogare con i conduttori Beppe Palmigiano e Aurora Fiorenza, Barbara Caruso, ispettore capo della Polizia locale. "Ci siamo attivati ma la problematica legata al branco di randagi è ancora molto sentita - ha esordito l'ispettore Caruso - Purtroppo dobbiamo fare i conti con le risorse finanziare che sono striminzite, in quanto per catturare, sterilizzare e poi rimettere sul territorio i randagi è necessario una task-force, fatta da un veterinario, un tiratore scelto e dai vigili urbani, perché bisogna seguire il randagio che va spostandosi su tutto il territorio urbano. Tutto ciò implica la disponibilità di risorse finanziarie che allo stato attuale il Comune non può disporre".

Inoltre l'ispettore sottolinea le difficoltà incontrate dall'Asp, nonostante la convenzione stipulata fra il Comune di Biancavilla, a seguire il fenomeno, visto che il randagismo è una piaga anche in altri comuni come Catania, Acireale e Paternò, per citare le realtà demograficamente rilevanti.

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