CATANIA. Coop Sicilia Spa ha annunciato la procedura di mobilità per 122 lavoratori a tempo pieno (il provvedimento colpisce anche i part-time), dei quali 93 chiamo in causa in prima persona lavoratori della provincia etnea. Gli esuberi dichiarati interessano gli ipermercati Le Zagare e il punto vendita Fisichelli di San Giovanni La Punta, Le Ginestre di Tremestieri Etneo, il supermercato di Bronte e quello di Zafferana (interessati agli esumeri 29 lavoratori a Modica, Ragusa e Milazzo). In pratica gli ex Aligrup.
«I motivi che determinano la situazione di esubero — dice Giovanni Luca Faraone, rappresentate legare pro tempore della società — sono da ricondurre ad una condizione di esubero strutturale, già presente nei gruppi vendita Aligrup Spa, che sono stati acquisiti nell’ambito del trasferimento d’azienda avvenuto lo scorso mese di ottobre. In sede di acquisizione tali esuberi, accertati nella misura del 50%, già in sede di trasferimento dell’attività, il mantenimento del personale era subordinato ad un incremento delle vendite».
La prima verifica per l’esame congiunto della situazione fra azienda e sindacato è prevista per giovedì 30. «Auspichiamo in quella sede di poter trovare soluzioni finalizzate alla salvaguardare dei livelli occupazionali — dice Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Cisl siciliana — poiché si tratta di lavoratori che hanno già attraversato periodi difficilissimi dovuti alle note vicissitudini avvenute con Aligrup. All'incontro rappresenteremo la nostra contrarietà ai licenziamenti poiché non è pensabile che si riprospettino ai lavoratori, a pochi mesi di distanza dal trasferimento di ramo d'azienda, scenari di perdita del posto di lavoro riottenuto dopo lotte sindacali e sacrifici dei lavoratori e delle loro famiglie».
Per l’anno in corso il bilancio infraannuale di Coop Sicilia lascia ipotizzare un ulteriore perdita complessiva, stimata intorno a 21 milioni 188 euro, dei quali 15.388.000 stimati per Ipercoop Sicilia e di 5.800 euro per Supercoop Sicilia. «Tra le ragioni che determinano le perdite registrate — dice Giovanni Luca Faraone — occorre considerare che il fatturato fatto dai punti vendita è inferiore alle attese e agli investimenti effettuati, ciò a causa anche della congiuntura economica globale attuale sfavorevole. Tale situazione si riflette maggiormente in una territorio che sta subendo una progressiva perdita di reddito delle famiglie e conseguentemente una minore propensione al consumo, che non trascura i generi alimentari e conseguentemente una minore propensione al consumo, che non trascura i generi alimentari di prima necessità. A ciò si aggiunga la presenza di una concorrenza ampia e agguerrita, in molti casi sleale, riconducibile all’alta diffusione, nel settore distributivo, di lavoro sommerso o ”grigio”, che danneggia tutti coloro che operano ne rispetto delle regole contrattuali e normative. Tali sotterfugi riescono a mantenere strutture di costi in grado di favorire politiche commercianti aggressive con offerte tali da attrarre o sottrarre clientela».
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