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Catania, proteste per la chiusura del reparto maxillo-facciale al Vittorio Emanuele

Lo afferma Erika Marco, consigliera di Catania eletta con il Megafono-Lista Crocetta, "dopo i mesi di silenzio da parte proprio della Regione in merito a una delle strutture più importanti per la Sicilia orientale"

CATANIA. "La chiusura del reparto maxillo-facciale dell'ospedale Vittorio Emanuele (Ove) è assurda poiché frutto di una scelta scellerata che costringe migliaia di pazienti a viaggi della speranza e che provoca, al contempo, un aggravio di spesa per la Regione per diversi milioni di euro". Lo afferma Erika Marco, consigliera di Catania eletta con il Megafono-Lista Crocetta, "dopo i mesi di silenzio da parte proprio della Regione in merito a una delle strutture più importanti per la Sicilia orientale".
"Il reparto maxillo-facciale è stato chiuso lo scorso gennaio nonostante un attivo annuale di un milione di euro - aggiunge Erika Marco - era l'unico nell'isola a prestare diversi servizi di chirurgia anche ricostruttiva in caso di malformazioni, tumori o incidenti. Il reparto poteva contare su circa 20 posti letto, sia a pagamento che gratuiti, ed era sempre attivo". "Nella mani del dott. Marcello Marchi, che ha gestito egregiamente il reparto - ricorda la consigliera del Megafono - passavano persone di tutte le età, compresi i bambini. Adesso queste stesse persone sono costrette ad andare fuori. Ma ricordiamoci che non tutti hanno le possibilità economiche per farlo è una Regione che ha a cuore la sorte dei propri cittadini non dovrebbe permettere che ciò avvenga. Soprattutto quando si parla di un reparto che operava 40 persone al mese, che produceva utili e che faceva risparmiare proprio la Regione - sottolinea Erika Marco - che, invece, ora spende 47.300 per ogni paziente che deve sottoporsi alla ricostruzione della mandibola ed è obbligato ad andare a Milano per farlo". A Catania sono rimasti solo due-tre posti letto tra l'altro assegnati al reparto di Ortopedia. "Ma proprio per la grande esigenza che ha il nostro territorio questi posti non possono bastare" - conclude la consigliera Erika Marco che "sostiene la decisione di alcuni pazienti di dare vita a una petizione on-line affinché si sensibilizzi l'assessorato regionale alla Salute".

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