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Catania, lo sgombero del centro Experia: parlano due imputati

In otto sono accusati di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale

CATANIA. Il ricordo della violenza, delle manganellate ricevute quel giorno è ancora impresso nella loro memoria. Non riescono a dimenticare il dramma del 30 ottobre 2009 quando all’alba, in via Plebiscito, le forze dell’ordine erano giunte per fare sgombrare il centro Experia luogo di incontro, animazione culturale, sportiva e ricreativa per i giovani del quartiere San Cristoforo. A parlare, in aula, davanti al collegio della seconda sezione penale del tribunale, presieduto da Carmen La Rosa, a latere Alba Sammartino ed Enrico De Masellis, sono stati due degli otto imputati per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, istigazione a delinquere e travisamento. Le presunte vittime sarebbero alcuni dei componenti in servizio alla Questura di Catania. A ricostruire i fatti sono stati, durante l’ultima udienza, Giacomo Cacìa ed Emanuele Feltri. «Noi pensavamo – ha detto Cacìa ai giudici – che non ci fosse nessuna violazione alle forze dell’ordine. Un agente ha spintonato il consigliere provinciale Valerio Marletta e il legale del centro, l’avvocato Marco Rapisarda, che si erano avvicinati per capire cosa succedeva. L’avvocato ha ricevuto anche una manganellata e per questo ha presentato una querela. Al presidio avevo paura".

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