CATANIA. "Mi fidavo di lui. Io non sono un esperto di contabilità. Quello che lui mi diceva, io facevo". A parlare, in aula, davanti al giudice Rosa Anna Castagnola della Terza sezione penale del Tribunale in un processo scaturito dalla mancata presentazione delle denunce dei redditi, ieri è stato un ex titolare di una ditta che operava nell'edilizia finito nel Palazzo di Giustizia insieme al suo ex commercialista. Per il contabile le accuse sono di appropriazione indebita, falso, truffa, frode e ricettazione. "Conosco l'imputato - ha dichiarato il titolare della ditta - dal 1982. Ha tenuto la mia contabilità fino al 2005. Io mi occupavo di edilizia. Lui curava le fatture, le dichiarazioni dei redditi". Operazioni, tutte queste, che possono sembrare di routine e invece agli atti emergono particolari insoliti per il ragioniere. Secondo gli inquirenti, infatti, l'uomo riceveva "in contanti gli importi da versare e/o corrispettivi per effettuare i pagamenti relativi alle imposte dirette e indirette" dei suoi assistiti ma non li utilizzava per tali finalità perché se ne appropriava; avrebbe, poi, anche acquistato o ricevuto 4 timbri recanti la dicitura "Ufficio Tecnico Comunale di Aci Bonaccorsi", "Unità Sanitaria Locale - Regione Siciliana - Catania Servizio Interdistrettuale", "Croce Rossa Italiana Catania" e "Credito Emiliano Agenzia di Catania".
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