CATANIA. Dieci anni di reclusione e diecimila euro di multa per Francesco Agnello; otto anni di carcere e seimila euro di ammenda per Antonino Buffa; sette anni di carcere e duemila euro da pagare per Santo Condorelli; nove anni di reclusione e duemila euro da pagare per Luciano Maci, cinque anni di carcere e cinquemila euro di ammenda per Giuseppe Emilio Platania; sei anni da scontare in cella e cinquemila euro da pagare per Massimo Squillaci. Sono queste le richieste di pena che, ieri, a conclusione della sua requisitoria, ha avanzato il pubblico ministero d’udienza Assunta Musella al giudice delle udienze preliminari Francesca Cercone che si sta occupando del troncone — il processo si sta celebrando con rito abbreviato — dell'operazione: Money Lender, condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza.
Si tratta del giro di usura che ruotava intorno ai supermercati Bosco, che secondo l’accusa veniva gestito da ventinque persone. In sei hanno scelto il rito alternativo; dieci sono tutt'ora alla sbarra davanti al collegio della Terza sezione penale del Tribunale. Per i restanti nove, tra cui Sebastiano, Giuseppe (classe 1922) e Giuseppe (nato nel 1978) Bosco, si sono concluse le indagini. Secondo il sostituto procuratore che rappresenta l’accusa: "Dalle risultanze emerse in seguito alle attività di investigazione e contenute negli atti, emerge la prova di responsabilità per i reati contestati. Il procedimento nasce da una complessa attività e le prove sono numerose e convergenti come le dichiarazioni delle parti offese".
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