CATANIA. Anche per il mercato dell'auto rubata la città era divisa in zone d'influenza: Picanello, Cibali, Cappuccini, San Giovanni Galermo e Trappeto. In ognuna operava un gruppo che, in prima battuta, proponeva alle proprie vittime il "cavallo di ritorno". Se l'affare non andava in porto si procedeva a smantellare la macchina o a rivenderla. Sono 40 i soggetti rimasti coinvolti nel blitz: Auto Market, della Squadra mobile. Si tratta di Angelo Bertolo, Luigi Burgio, Francesco Cacia, Daniele inteso "padre Pio" e Davide "Tedesco" Cadiri, Giacomo Campofiorito, Vincenzo Cappadonna, Salvatore Caruso, Elio Catania, Concetto Caudullo, Michele Cici, Maurizio Famà, Luca e Vittorio detto "Pesce" Fiorenza, Pietro Gangemi noto come "Petru u latru", Davide Giarrusso ribattezzato "a lalla", Riccardo Giustolisi, Salvatore Guarino, Benedetto Giuseppe La Martina, Davide Maccarrone inteso "il talebano", Micheal Giuseppe Magliuolo, Agatino Giovanni Muni, Francesco Munzone, Giuseppe Palazzolo detto "macchinetta o Pippu ca lenti", Carlo Passanisi, Orazio Patanè, Gaetano Petralia conosciuto come "u nannu", Massimo Salvatore Prestandrea, Daniele Raineri inteso "pesciolino", Angelo Jonathan Recca, Attilio Salice, Giuseppe Alessio Salici, Antonino Santonocito detto "Nino trippa", Carmelo Salvatore Scordino, Oscar Ivan Stimoli, Santo Spinella, Alessandro Trovato, Luciano Viglianesi, Salvatore Zappalà e Massimo Zuccarà.
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