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Estorsioni a Giarre, fermato mentre lasciava un "pizzino" a un negozio

GIARRE. Ha lasciato un 'pizzino' dal contenuto estorsivo davanti alla saracinesca di un negozio di alimentari di Giarre, ma è stato bloccato da carabinieri della locale compagnia che lo hanno arrestato.
Roberto Cavallaro, 48 anni, posto ai domiciliari, in tasca aveva un altro biglietto con la stessa scritta: "Cercati un amico buono se non lo fai  salti in aria. Vedi che non scherziamo".
Indagini sono in corso su eventuali collegamenti con la criminalità organizzata.
«Per le organizzazioni criminali il prelievo di denaro alle imprese attraverso l'estorsione non rappresenta solo un illecito arricchimento, ma costituisce l'affermazione del principio che la mafia è più forte dello Stato nel controllo del territorio». È il commento di Claudio Risicato, presidente dell’associazione «Rocco Chinnici», coordinatore dell’Antiracket del sistema Confcommercio, allo studio del dipartimento di Scienze politiche dell'Università.
La mafia sottrae con le estorsioni oltre 200 milioni di euro l'anno all'economia della provincia (fonte Fondazione Chinnici-Unicredit). Tutto ciò non può essere solo giustificato con l'arretratezza culturale degli imprenditori della provincia. «A questo punto - dice il presidente dell’Antiracket di Confcommercio - occorre, indagare sulle cause che scoraggiano la denuncia, che ricordo è un dovere di ogni imprenditore onesto. A mio avviso il principale è da ricercare nella mancata certezza della pena».

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