CATANIA. «Prestiti a usura». Giovanni Cavallaro, Francesco Magrì, Giuseppe Montegrande, Giovanni Privitera e Danilo Scordino verranno giudicati con rito abbreviato. Ieri davanti al gup Daniela Monaco Crea gli imputati, tramite i loro difensori, hanno ottenuto dal giudice di accedere al rito alternativo. Dal pm Antonino Fanara sono stati chiamati a rispondere, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, rapina e lesioni personali.
Al centro della vicenda c'è un "prestito" a danno di un imprenditore. E infatti proprio alla loro vittima erano arrivati a cagionare un trauma cranico, alle costole, una contusione polmonare, la frattura vertebra lombare e la rottura di un dito. L'obiettivo, secondo quanto risulta agli atti, era impedire all'uomo di vendere la sua casa; doveva cederla, invece, ad un componente del loro gruppo.
Nello specifico, in seguito ad un prestito "a tassi usurai" la villetta in cui abitava l'imprenditore era stata imputata come bene sul quale rivalersi. La cifra iniziale era "cresciuta" e dietro versamento della differenza, doveva consegnare la sua abitazione. Il beneficiario dell'operazione sarebbe stato Andrea Nizza. Ai suoi sodali il compito di convincere, ad ogni modo, la vittima a cedere.
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