CATANIA. La Procura di Catania incontrerà i giornalisti, alle 11, nell'aula delle Adunanze del Palazzo di Giustizia.
Sono diversi tra i 26 superstiti quelli che accusano il presunto 'comandante' tunisino, Mohammed Alì Malek, di 27 anni, e il suo mozzo, Bikhit Mahmud, 25 anni, siriano, entrambi arrestati. Alcuni, però tendono a scagionare il siriano: era "un viaggiatore come noi", ha detto ad esempio due giorni fa un eritreo, confermando il ruolo di comandante del tunisino. L'incidente probatorio si tiene davanti al Gip Maria Paola Cosentino.
"Sull'individuazione del relitto naufragato il 18 aprile" scorso in cui sono morti oltre 750 migranti. L'inchiesta, le cui indagini sono state delegate a Polizia di Stato, Sco di Roma e squadra mobile di Catania, e alla guardia costiera, intanto prosegue oggi con l'audizione dei sopravvissuti davanti al gip, con le modalità dell'incidente probatorio.
E' "superiore a 700, circa 800, il numero delle vittime" del naufragio del 18 aprile scorso al largo della Libia. Lo ha detto il procuratore di Catania, Giovanni Salvi, in conferenza stampa, sottolineando che "il relitto del natante trovato dalla marina è compatibile con queste cifre" e che sono stati avvistati "molti corpi".
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