CATANIA. Revocati gli arresti domiciliari al presidente del Catania Nino Pulvirenti e all'amministratore delegato Pablo Cosentino. Lo ha deciso il Gip Fabio Di Giacomo ritenendo attenuate le esigenze cautelari dopo le dimissioni dei due dai loro incarichi.
Pulvirenti e Cosentino, ai domiciliari dal 23 giugno scorso per truffa e frode sportiva, hanno l'obbligo di firma 4 giorni a settimana in un ufficio della polizia di Stato e il divieto di espatrio, e per questo gli sono stati ritirati i passaporti.
Il presidente del Catania ha ammesso di "avere avuto contatti" per "condizionare il risultato di alcuni incontri" per "salvare dalla retrocessione il Catania", pagando "100mila euro a partita, per cinque gare", tutte quelle al centro dell'inchiesta 'I treni del calcio', ma ritiene che "non abbiano avuto alcuna reale incidenza sull'esito" delle sfide. Nessuna scommessa, soltanto l'obiettivo di evitare la retrocessione in Lega Pro.
Pulvirenti ha manifestato però la convinzione di essere stato a sua volta truffato: nonostante abbia pagato 100mila euro a gara, per cinque partite, come ha confermato alla Procura, che lo ha reso noto, i suoi "contatti non avrebbero avuto alcuna reale incidenza sull'esito degli incontri". Quindi non avrebbe avuto rapporti diretti con giocatori o società, ma soltanto con intermediari che lo avrebbero 'imbrogliato'.
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