CATANIA. Avrebbe incassato 24 mila euro da una coppia come anticipo per la vendita di due case a Giardini Naxos, millantando di essere un incaricato del Tribunale fallimentare di Catania.
Poi gli avrebbe estorto, sotto minaccia di morte, altri 52.950 euro. È l'accusa contestata dalla Procura di Catania a Nuzio Abate, 49 anni, sottoposto agli arresti domiciliari per truffa aggravata ed estorsione. La polizia di Stato gli ha anche sequestrato beni equivalenti per 76.950 euro.
Il provvedimento del Gip di Catania, si legge in una nota della Procura, è stato eseguito da personale della sezione della polizia giudiziaria - polizia di Stato della Procura distrettuale etnea.
A Nuzio (e non Nunzio, come appreso in un primo momento) Abate, originario di Gaggi (Messina) sono stati contestati i reati di truffa aggravata ed estorsione, nei confronti di due coniugi ai quali, in un primo momento, con artifici e raggiri, proponeva l'acquisto di due appartamenti ubicati a Giardini Naxos, simulando di averne la disponibilità in quanto incaricato dal Tribunale Fallimentare di Catania e mostrando loro documenti con timbri falsi e si faceva consegnare fraudolentemente 24.000 euro.
Successivamente, ricostruisce la Procura di Catania nella nota, con la minaccia di avere relazioni con ambienti malavitosi, dicendogli frasi del tipo «io ho armi e non ho paura ad usarle», «il mio Dio è un Dio potente», «sono capace di legare al collo un sasso e buttare al mare chiunque», «i miei cani mangiano anche gli uomini», avrebbe costretto la coppia a consegnargli altri 52.950 euro. Nel provvedimento che ne dispone gli arresti domiciliari il Gip ha disposto anche il sequestro preventivo di denaro, sino a 76.950 euro. L'indagine aveva inizio dalla querela sporta nella scorsa estate dalle parti offese.
I pagamenti sarebbero avvenuti tutti con assegni circolari consegnati a Abate che, secondo l'accusa, li avrebbe poi girati a terze persone. Tra i testimoni sentiti uno è stato denunciato in stato di libertà per favoreggiamento personale. La Procura sta valutando la posizione di altre persone.
Tra le conversazioni agli atti dell'inchiesta quella in cui la vittima richiedeva, invano, a Abate la restituzione di una parte del denaro già consegnatagli perchè doveva darla a un suo parente a cui l'aveva chiesta in prestito, che ne aveva bisogno per pagare le cure del figlio malato. Abate in passato è stato sottoposto a sorveglianza speciale per reati come estorsione, detenzione e porto illegale di armi, minaccia, truffa, ricettazione, sostituzione di persona, uso di pubblici sigilli contraffatti, tutti commessi in territorio di Messina e Catania.
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