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Frode con le carte di credito, banca condannata a Catania dopo 12 anni

L’istituto risponde dei prelievi illegittimi dell’ignaro correntista, se non rispetta gli standard

CATANIA. La banca risponde dei prelievi illegittimi effettuati con la carte di credito dell’ignaro correntista, quando non si sia attenuta a standart di comportamento particolarmente qualificato richiesto dalla peculiare attività svolta, tesi ad eliminare gli eventuali rischi connessi al servizio prestato. A stabilirlo, dopo 12 anni, è la Corte d’Appello etnea, in relazione ad una vicenda che ha riguardato un correntista catanese. Questi, quale servizio accessorio al conto corrente, aveva richiesto ed ottenuto il rilascio di una carta di credito in virtù del rapporto di conto corrente intrattenuto con la allora Banca Popolare Santa Venera.

A seguito della operazione di fusione per incorporazione della suddetta banca in altro istituito bancario, la Banca eseguiva una campagna di richiamo delle carte di credito in precedenza rilasciate per la loro sostituzione con quelle di nuova emissione, prevedendone in ogni caso la disattivazione per il 30 novembre 2002.

Il cliente si recava in banca per la consegna della vecchia carta, ma contestualmente non gli veniva rilasciata la nuova, che successivamente gli veniva consegnata con ritardo, quasi alla fine del mese di gennaio 2003, a causa di un errore nella intestazione del destinatario della busta contenente la carta. A distanza di tempo il correntista si accorgeva che erano stati prelevati nel mese di dicembre 2002 tramite la sua carta di credito attraverso il cash dispenser circa 7 mila euro, che la banca gli aveva addebitato.

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