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Inchino al boss a Paternò, audizione della commissione Antimafia

CATANIA. Audizioni a porte chiuse dell'Antimafia regionale a Catania sul doppio 'inchino', il 2 dicembre del 2015, a Paternò davanti la casa di un noto esponente del clan Santapaola, detenuto. A 'omaggiare' il boss, che abita vicino al Municipio, due cerei mentre erano in processione per i festeggiamenti della Patrona Santa Barbara, che sono stati ripresi e segnalati dai carabinieri, e poi 'sospesi' dal questore di Catania.

Da una delegazione della commissione dell'Ars sono stati sentiti politici e amministratori, mentre per il presidente del comitato dei festeggiamenti, Gaetano Amato, è prevista un'apposita audizione a Palermo nei prossimi giorni.

«Dalle audizioni odierne - ha spiegato il presidente dell'Antimafia Siciliana, Nello Musumeci - sono emersi alcuni elementi utili a delineare un contesto non certo roseo della realtà paternese, travagliata anche da un diffuso fenomeno di estorsioni ed usura. Certo, c'è da chiedersi se nel recente e remoto passato la politica locale abbia fatto di tutto per dotarsi degli anticorpi necessari a rendere impermeabile le istituzioni e la società sana dai tentativi di condizionamento delle organizzazioni criminali. E su questo fronte, purtroppo, i dati non sembrano alimentare eccessive illusioni».

Per Musumeci «appare però incoraggiante la capacità reattiva della città, manifestata soprattutto in occasione del vergognoso 'inchino' del cereo dei dipendenti comunali». «Un episodio singolo ma significativo ed allarmante, sul quale, tuttavia - chiosa il presidente dell'Antimafia dell'Ars - rimangono ancora tanti punti oscuri circa la regia del simbolico gesto, specie di fronte ai tanti 'non ho visto, non saprei, non ho ideà raccolti
oggi dalla Commissione».

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