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Niente stipendi da 3 mesi e rischio licenziamento: i lavoratori Qè protestano

PATERNO'. Sono iniziate le grandi manovre per cercare di salvare il lavoro dei circa seicento lavoratori del call center Qè, di contrada Tre Fontane a Paternò, sui quale pende la spada di Damocle del licenziamento. Intanto venerdì prossimo manifestazione di protesta nel capoluogo, con corteo in via Etnea.

L' azienda di Brescia è destinata al fallimento, con i circa otto milioni di euro di «buco» prodotto. I lavoratori attendono ancora la liquidazione delle ultime tre mensilità e per tale ragione l' intero sistema produttivo dell' azienda è stato fermato dai sindacati, che hanno proclamato lo sciopero ad oltranza.

Sulla vicenda il primo cittadino di Paternò si sta muovendo a tutto tondo con l' obiettivo di salvare i posti di lavoro (275 a tempo indeterminato e 312 lavoratori a progetto), che riguardano giovani locali e dell' hinterland. "Abbiamo tentato la carta dell' affitto dell' attività aziendale - dice Mauro Mangano - per potere fare un passaggio di proprietà che non interrompesse la continuità occupazionale.

Il tentativo però è fallito. Adesso, come istituzione, ci impegneremo su due fronti:chiedere che il ministero affronti il problema dei lavoratori del call center come problema nazionale, perché non ci possono essere crisi occupazionali di serie A e di serie B".

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