CATANIA. Sarebbe stata minacciata da un parente di un giovane subito dopo averlo dimesso, che le ha urlato anche 'Io la sua faccia non me la dimentico...', davanti a un agente della polizia che, «sarebbe rimasto seduto su uno sgabello», mentre due vigilantes intervenivano.
E’ quanto denunciato ai carabinieri di Catania da una dottoressa in servizio nel pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele, lo stesso dove il 1 gennaio scorso un suo collega è stato vittima di un raid punitivo. Nell’esposto la dottoressa segnala che non adirà le vie legali, né vuole che l’uomo venga perseguito, ma di avere fatto «una segnalazione».
La denuncia, assieme a una lettera di accompagnamento, è stata inviata dal legale della donna, l’avvocato Goffredo D’Antona, al Questore di Catania. «Tutto sarebbe avvenuto davanti a un operatore di polizia - scrive il penalista - il quale non interveniva, non procedeva nemmeno all’identificazione dell’autore della gravissima condotta intimidatoria, anzi sembrerebbe che per tutta la durata dell’aggressione rimaneva seduto su uno sgabello limitandosi ad affermare, dopo, che avrebbe potuto sporgere formale querela».
«Desta in me, come cittadino e anche come operatore del diritto, preoccupazione - osserva l’avvocato D’Antona - nel verificare comportamenti passivi, per dire omissivi, di chi ha il dovere di tutelare la collettività. Converrà che quanto accaduto è gravissimo perché un medico non ha potuto proseguire tranquillamente il proprio lavoro». Il penalista conclude «certo di un interessamento» del Questore, che ha disposto accertamenti.
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