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Guardia medica violentata a Trecastagni, l'appello: "Non cali il silenzio"

CATANIA. Proseguono le iniziative del Coordinamento nazionale donne medico contro la violenza e in difesa della sanità pubblica. Dopo la lettera inviata ai ministri Marco Minniti e Beatrice Lorenzin, che ha già raccolto 23.000 firme online su change.org, e l’appello al presidente della Repubblica, oggi a Catania promossi manifestazione e corteo «perché non cali il silenzio» sulla drammatica violenza sessuale subita da una dottoressa in servizio in una guardia medica.

«In questi giorni, anzi in questi ultimi mesi - si legge nella lettera - abbiamo assistito inermi alla lettura di un bollettino di guerra: quello delle aggressioni contro i professionisti che operano nella sanità pubblica, in prima linea sul territorio: nelle postazioni di guardia medica, nei pronto soccorso, nel 118, nei Sert, ma anche negli studi dei medici di famiglia e nelle corsie degli ospedali.

L’ultimo in ordine di tempo, a Pozzuoli, preceduto qualche giorno prima dai drammatici fatti in provincia di Catania, con la più infame delle violenze, quella sessuale contro una donna, un medico di guardia, in un ambulatorio di notte. Non è la prima, purtroppo, e si aggiunge ad altri casi dove le dottoresse sono invece state addirittura assassinate.

Ci rivolgiamo a voi - conclude la lettera - ai primi cittadini, perchè la tutela della sanità, come dell’ordine pubblico, sono due dei parametri fondamentali della presenza dello Stato sul territorio, della vivibilità di un comune, ma soprattutto della qualità stessa della democrazia».

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