
CATANIA. Sarà emessa il 7 novembre la sentenza del processo col rito abbreviato condizionato a perizia psichiatrica a Luca Priolo, il 26enne che il 6 ottobre 2015 ha ucciso con 42 coltellate la sua ex convivente, Giordana Di Stefano, 20 anni, dalla quale aveva avuto una bambina di 4 anni.
Nel processo sono parti civili i genitori, la sorella e la figlia di Giordana Di Stefano, che ha "perso" il cognome del padre per '"assumere" quello della madre, assistiti dall’avvocato Ignazio Danzuso, e il centro antiviolenza "Galatea", con l'avvocato Mirella Viscuso.
Il pm Andrea Sorrentino ha chiesto la condanna all’ergastolo. Priolo, che ha confessato il delitto, dopo l’omicidio era fuggito ma, grazie a indagini dei carabinieri di Catania, era stato individuato a Milano e arrestato da militari dell’Arma alla stazione ferroviaria.
Il giovane continua a «negare la premeditazione», ribadendo che il movente è da collegare a «un raptus» dovuto alla «volontà di lei di non revocare la denuncia per stalking» nei suoi confronti.
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