Una scossa di magnitudo 3.3, fortemente avvertita in tutti i comuni del versante orientale dell'Etna, è stata registrata dai sismografi dell'Osservatorio catanese dell'Ingv alle ore 9.40 di questa mattina, sull'Etna. L'evento sismico è stato localizzato a circa un chilometro da Milo.
La profondità è di circa 4,7 km. I paesi dell'Etna vicini all'epicentro, oltre Milo, sono Zafferana Etnea, Santa Venerina, Sant'Alfio e Giarre, ma il sisma è stato avvertito in modo notevole anche in altri Comuni.
Secondo i geologi dell'Ingv si tratta di un evento molto tipico per la zona, che è attraversata da diverse faglie. In passato sono avvenuti, infatti, terremoti disastrosi come quelli del 1984 e del 2002, che provocarono gravissimi danni strutturali a Fleri, Zafferana, Santa Venerina Milo e Macchia di Giarre solo per citarne alcuni.
Questi movimenti lungo le faglie in quest'area, secondo i vulcanologi dell'Ingv catanese potrebbero essere collegati (almeno in parte) "all'accumulo di magma nel sistema magmatico dell'Etna, che spinge soprattutto verso il fianco orientale dell'Etna di cui sappiamo che si sta spostando verso lo Ionio. L'Etna da più di un anno non ha prodotto attività eruttiva significativa, però sappiamo che ogni volta che l'Etna non sta eruttando, sta preparando una nuova attività. Tipicamente, questi processi sono accompagnati da una sismicità diffusa sotto i vari fianchi dell'Etna, che spesso si esprime in cosiddetti sciami sismici, quindi tanti eventi in un breve arco di tempo in un'area limitata".
Questi sciami sono stati piuttosto rari nel corso dell'ultimo anno (ce ne sono stati solo alcuni assai brevi nel periodo agosto-settembre, sotto il fianco sud-occidentale dell'Etna), ma nell'ultima decina di giorni ci sono stati due, uno il 25 maggio in zona Milo (piuttosto profondo), e un altro fra la sera del 27 e il mattino del 28 maggio sotto il fianco occidentale (più superficiale). I vulcanologi quindi ritengono si tratti di fenomeni abbastanza normali.
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