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Nave Diciotti, sbarcano 13 migranti per motivi sanitari, 4 si rifiutano. Venti saranno ospitati in Albania

L'ufficio di Sanità marittima di Catania ha ordinato lo sbarco immediato dalla nave Diciotti inizialmente di 16 migranti poi diventati 17. Ma alla fine ne scendono solo 13 perché quattro donne si sono rifiutate di scendere perchè sono con dei familiari e hanno preferito rimanere a bordo con loro. Una di loro si era inizialmente rifiutata ma poi ha accettato di scendere e farsi ricoverare. Quindi le donne effettivamente trasferite sono 7, tutte eritree, che andranno in codice rosa nel reparto di ginecologia. Le 11 donne sono state violentate in Libia. I medici hanno accertato i segni delle violenze subite nei centri dei trafficanti umani e disposto il ricovero delle vittime nel'ospedale Garibaldi di Catania.

Per quanto riguarda gli uomini, secondo fonti mediche hanno la scabbia, oltre che soffrire di malattie respiratorie infettive come la polmonite o la tubercolosi, e il sesto un’infezione urinaria. Il 'medivac' si rende necessario per il rischio di contagio e la promiscuità. I sei saranno portati nel centro di biocontenimento dell’ospedale Garibaldi centro. Il gruppo può lasciare l'imbarcazione per motivi sanitari e in questi casi non serve il via libera del Viminale.

Sulla Diciotti, dove nei giorni scorsi erano stati segnalati anche diversi casi di scabbia, sono rimaste complessivamente 123 persone tra eritrei, migranti delle Isole Comore, bengalesi, siriani, un egiziano ed un somalo. Mercoledì scorso erano già scesi dalla nave 27 minori non accompagnati.

«Il Ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi ringrazia l’Albania per la decisione di accogliere 20 profughi della nave Diciotti. Un segnale di grande solidarietà e amicizia molto apprezzato dall’Italia». Lo si legge su un tweet della Farnesina. «Italia! Non possiamo sostituire l'Europa, ma siamo sempre qui, sull'altra sponda di un mare dove una volta eravamo noi gli Eritrei che soffrivano per giorni e notti nel mezzo del mare, aspettando che l’Europa si svegliasse! Ieri l’Italia ci ha salvato e oggi siamo pronti a dare una mano». Il ministro degli Esteri albanese Ditmir Bushati, con un tweet, offre all’Italia il sostegno di Tirana per ospitare una quota dei migranti a bordo della nave Diciotti.

Ispettori del ministero della Salute, medici dell'Usmaf e regionali erano saliti sulla nave per un controllo medico sul pattugliatore della Guardia costiera da 5 cinque ormeggiato nel molo di Levante con a bordo 150 migranti. Sull'imbarcazione sono stati portati dei tappetini da notte, materiale per l'igiene intima e di prima necessità offerti dalla Croce rossa italiana che è presente sul molo.

L'intervento degli ispettori nel ministero della sanità, secondo quanto si apprende, è stato chiesto dal comandante della nave Diciotti per una valutazione sanitaria medica e per verifica dei compiti di profilassi internazionale.
Dal pattugliatore della Guardia costiera era stata "reiterata la richiesta di autorizzare lo sbarco dei naufraghi soccorsi per l'estrema criticità della situazione a bordo", come emerso da un report del centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo (Mrcc Roma) costiera sulla situazione a Catania.

"Avevo chiesto l'autorizzazione per fare salire a bordo una ginecologa dopo avere parlato con le donne, tutte più volte violentate in Libia, - dice l'eurodeputato del Pd, Michela Giuffrida - a questo punto sono soddisfatta della decisione di farle sbarcare per il trasferimento in ospedale". Giuffrida è in contatto con uno degli ispettori a bordo, Sergio Pintaudi, responsabile della rianimazione nell'ospedale Garibaldi di Catania.

"C'è assoluta tranquillità e non cambia la linea della fermezza", aveva fatto sapere questa mattina il Viminale. Salvini poi ha precisato: "Sono tranquillissimo e sto lavorando, con buone prospettive, a una soluzione positiva. Ogni denuncia è per me una medaglia al valore".

La pressione di chi chiede lo sbarco dei migranti cresce ora dopo ora. Nel pomeriggio il presidio, mentre le associazioni del Tavolo Asilo, tra cui Amnesty International e la Comunità di S. Egidio, in una lettera aperta chiedono "con urgenza al Governo italiano di autorizzare lo sbarco" e la deputata di Leu ed ex presidente della Camera Laura Boldrini rilancia il suo appello a Salvini affinché "faccia scendere almeno queste ragazzine traumatizzate". Ma il ministro ha replicato che a bordo della nave verrà "data tutta l'assistenza necessaria".

Intanto, è finita l'audizione negli uffici della Procura di Roma, di due funzionari del Viminale nell'ambito dell'inchiesta dei Pm di Agrigento. L'atto istruttorio è stato svolto dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio ed è durato 3 ore. Il magistrato ha lasciato piazzale Clodio a bordo dell'auto di servizio senza rilasciare dichiarazioni. I funzionari sono stati ascoltati nella veste di persone informate sui fatti.

Il procuratore di Agrigento ha ascoltato come testimoni a Roma i vertici del Dipartimento delle Libertà Civili del Ministero degli Interno, in particolare il capo del dipartimento, prefetto Gerarda Pantalone, ed il suo vice, prefetto Bruno Corda.

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