Nelle aule ci sono sette gradi perché i riscaldamenti non funzionano, ma le lezioni non sono state sospese causando le proteste degli studenti. Per cui chi non va a scuola è assente ingiustificato. È uno dei tanti aspetti della crisi per 'freddo' nelle scuole siciliane registrato al liceo Turrisi Colonna di Catania, e dove è in atto uno scontro tra vertici dell'istituto e genitori. La dirigente scolastica ha annunciato che "le lezioni si svolgeranno anche in assenza in aula" degli studenti e "non daranno la possibilità di recuperare valutazioni sia scritte che orali" e che "i viaggi d'istruzione saranno sospesi per chi è in autogestione", che è in corso nel cortile dell'istituto. Alcuni genitori, con una pec, hanno contestato la decisione perché "i nostri figli sono all'addiaccio" e non vogliono essere "partecipi solo delle punizioni arbitrarie e scorrette della dirigenza della scuola". La preside, Anna Maria Di Falco giudica la protesta "strumentale" e contesta il metodo da "mail non certificata" su cui valuterà l'intervento della polizia postale. "C'è stato un piccolo problema con la caldaia - spiega la dirigente - e io stessa sono stata a fianco degli studenti e dei genitori, in un contatto continuo, per vedere insieme come intervenire. I tecnici, da me sollecitati, sono intervenuti tempestivamente e hanno sistemato la caldaia e aumentato anche l'ora di utilizzo e quindi tutto è andato a posto. Poi - sottolinea la dirigente - ci sono state delle contestazioni che hanno coinvolto altre scuole di Catania e anche i nostri studenti sono entrati in autogestione. Ma tutto è risolto - ribadisce Anna Maria Di Falco - e lo dimostra anche la chat attiva con i genitori con i quali mi confronto continuamente. Per questo trovo la mail offensiva nei miei confronti e di tutta la scuola. Invito gli autori della mail - aggiunge - a uscire allo scoperto e ad incontrarci con i rappresentanti degli studenti e il consiglio d'istituto che è presieduto da un genitore, senza la presenza di professori. Pretendiamo chiarezza perché con l'onorabilità delle persone che lavorano seriamente per le istituzione non è permesso scherzare".