Scatta il sequestro preventivo della Asd Città di Misterbianco, società calcistica militante nel campionato di promozione siciliano di Serie C. Le indagini eseguite dal Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania hanno consentito di sottoporre a sequestro l’impresa sportiva e tutti i rapporti bancari e conti correnti ad essa intestati.
Le investigazioni compiute dai militari del Gico di Catania dello scorso novembre nell’ambito dell’operazione RevolutionBet, hanno fatto emergere il trasferimento del complesso finanziario e di risorse umane dell’Asd Lineri, allora sottoposta a sequestro, alla società calcistica Città di Misterbianco, costituita un mese prima dell’esecuzione dell’operazione RevolutionBet.
I finanzieri hanno scoperto o sproporzionati flussi di denaro per oltre 600 mila euro, non compatibili né contabilmente giustificati dalla gestione dell’attività sportiva.
Nella rosa dei calciatori tesserati con la società presso la Lega nazionale dilettanti spiccano il figlio e il nipote di Carmelo Placenti, ritenuto il capo dell'omonimo gruppo mafioso. L’assetto societario e la gestione calcistica sono riconducibili a Placenti essendo le comunicazioni della federazione indirizzate nella sua abitazione a Misterbianco.
Il gruppo criminale Placenti, negli anni 2011 -2015, avrebbe ricoperto il ruolo di “master” nell’area catanese per conto del noto marchio Planetwin365. Successivamente sarebbe diventato un bookmaker in grado di imporsi nel mercato regionale del gioco online con una rete commerciale di otto master sotto i quali avrebbero operato ventotto commerciali, sette sub-commerciali e venti presentatori.
Secondo gli inquirenti gli ingenti dell’attività organizzata di raccolta delle scommesse sarebbero stati reintrodotti nel circuito economico legale mediante l’acquisizione di svariate attività commerciali, la maggior parte delle quali operative nel settore dei giochi e delle scommesse online con sedi in Italia, Gran Bretagna e Malta.
Gli accertamenti patrimoniali effettuati dai finanzieri di Catania hanno fatto emergere che a capo del gruppo Placenti ci sarebbe stato un patrimonio sproporzionato rispetto alle capacità reddituali e, per le attività commerciali, schermato mediante fittizie intestazioni.
Le indagini sono state estese ai titolari di società di servizi necessarie per il funzionamento dei siti scommesse e a figure apicali della holding “SKS365” per il marchio Planetwin365.
La procura ha ottenuto il sequestro di 42 unità immobiliari tra le quali una villa sul mare, edificata ad Augusta e non censita al catasto, un lussuoso appartamento di 11 vani sito nel comune di Castelnuovo di Porto fittiziamente intestato a un gruppo europeo di interesse economico maltese, cinque appartamenti austriaci a Vienna e Innsbruck e 36 società commerciali, tra nazionali ed estere attive nel gaming, un autosalone, una società di rimessaggio di barche e noleggio di moto d’acqua, una palestra e la Asd Lineri militante nel campionato di Promozione.
LA REPLICA DI SKS365. "Come già sottolineato dalle autorità, l'attuale proprietà e il nuovo management dell'azienda e del suo brand planetwin365 sono totalmente estranei alle indagini". Lo sottolinea SKS365 in una nota in merito al sequestro della società calcistica Asd Città di Misterbianco operato da parte della Gdf di Catania su disposizione della Procura etnea nell'ambito di indagini seguite all'operazione 'Revolutionbet' su presunte infiltrazioni della mafia nelle scommesse online.
L'attuale SKS365 nella nota ribadisce "il proprio sostegno alle forze dell'ordine nella lotta alle attività di organizzazioni criminali che danneggiano il mercato italiano del gioco legale". Dopo gli episodi che hanno portato allo smantellamento di una fitta rete illecita attiva in particolar modo sul territorio siciliano, la società precisa che "il provvedimento giudiziario e le indagini delle Autorità fanno esclusivo riferimento a persone associate a SKS365 in passato".
"Come specificato già lo scorso 14 novembre nel comunicato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria (una delle tre Procure impegnate nella maxi-operazione insieme a Bari e Catania), va precisato, con riferimento alla SKS365 che le investigazioni hanno riguardato esclusivamente la proprietà/management che ha gestito la società fino al 2017, ovvero prima della sua cessione ai nuovi proprietari, nei cui confronti non sono emersi elementi di responsabilità".
"Come ufficialmente riportato negli atti presentati dagli inquirenti in sede Dipartimento Nazionale Antimafia - conclude la nota - l'attuale società SKS365 è da ritenersi dunque estranea a quanto accaduto ed emerso dalle indagini".
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