Un'operazione contro il caporalato è stata portata a termine dai carabinieri a Licodia Eubea (Catania), dove la scorsa notte hanno arrestato un cinquantenne sorpreso alla guida di un furgone Fiat Ducato con a bordo otto donne albanesi tra i 30 e i 40 anni che stava trasportando in un vigneto per lavorare.
L'uomo deve rispondere di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Solamente una delle donne è stata trovata in regola con il permesso di soggiorno. Le altre erano entrate in Italia per ragioni turistiche e non potevano essere impiegate in attività lavorative. Il blitz dei militari dell'Arma è scattato dopo settimane di indagini.
I carabinieri hanno anche trovato una agenda con nomi e cifre riferite al pagamento degli stipendi alla manovalanza - prova, secondo gli investigatori, che l'uomo era un intermediario tra i proprietari terrieri e le braccianti - e trovato nella piena disponibilità dell'uomo circa 4.000 euro in contanti, ritenuti provento dell'attività illecita. Secondo quanto accertato, le donne, al lavoro per almeno otto ore al giorno, venivano pagate la metà della cifra prevista dai contratti di lavoro nazionali. L'altra metà andava al 'caporale'. Il furgone, l'agenda e il denaro sono stati sequestrati. L'arrestato è stato posto ai domiciliari in attesa dell'udienza di convalida.
Nell'ambito della stessa operazione i carabinieri i carabinieri hanno controllato due albanesi che non avevano ottemperato ad un decreto di espulsione, i fratelli Albi ed Elis Krasniqi, rispettivamente di 21 e 26 anni, che, dopo le procedure previste per legge, saranno scortati fino al porto di Brindisi, da dove saranno imbarcati per il loro Paese. (ANSA).
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