Portare il figlio piccolo al nido, poi andare di corsa al lavoro, parcheggiare, chiudere l'auto e tuffarsi nella routine quotidiana. Solo che c'è stato un piccolo, orribile buco nero: il bimbo non è stato portato a scuola, è ancora in auto, legato al seggiolino. Il dramma dei bambini dimenticati in macchina, spesso con esiti mortali come il caso di oggi a Catania, non è certo attribuibile a mancanza di amore o trascuratezza: chi vive un'esperienza così atroce parla di un vero e proprio black-out, da cui ci si riprende solo al momento dell'agghiacciante scoperta.
Gli esperti lo definiscono amnesia dissociativa: una sorta di vuoto di memoria transitorio che porta a una sconnessione delle funzioni della coscienza dalla memoria; un'amnesia temporanea che porta a dimenticare totalmente un pezzo di esistenza, di vita e di tempo per un dato lasso temporale. Generalmente può essere scatenato da momenti di intenso stress, traumi o situazioni di particolare tensione e stanchezza fisica e mentale. L'amnesia dissociativa, avvisano gli esperti, può infatti capitare a chiunque ed è bene conoscerne caratteristiche, sintomi e possibili strategie preventive per evitare di arrivare a livelli ingestibili di stress.
I numeri, seppur parziali, parlano chiaro: si stima che nel mondo in 20 anni siano stati almeno 600 i bambini chiusi in auto e morti per colpo di calore. Lo sa bene Andrea Albanese, che ha perso così il figlio di due anni e ha aperto la pagina Facebook 'Mai più morti come Luca', battendosi per varare una legge sugli allarmi collegati ai seggiolini: dei sensori appositi sarebbero infatti in grado di rilevare la presenza del piccolo sul seggiolone una volta spento il motore della macchina, e fare scattare un immediato allarme in grado di avvisare il genitore.
Lui fu assolto da una perizia che lo definì "completamente incapace d'intendere e di volere per il verificarsi di una transitoria amnesia dissociativa". Ma come si arriva al punto di dimenticarsi il proprio figlio in macchina? I segnali sono svariati: intenso stress, stanchezza fisica e mentale, difficoltà a concentrarsi e a ricordare le cose, difficoltà a dormire, irritabilità, tendenza ad "agire in automatico".
Se ci si sente così, è bene consultare un medico. E intanto prendere dei piccoli accorgimenti che potrebbero fare la differenza: parlare con il bimbo durante il tragitto, per esempio, per tenere sempre a mente quando si sta con lui e quando lo si è salutato. Chiamare il coniuge, o il nonno, o chiunque sia deputato a portare il bambino a scuola, per ricordarsi a vicenda del bimbo. Lasciare qualche oggetto indispensabile (un portafoglio, le chiavi) vicino al seggiolino. E guardare sempre l'auto prima di allontanarsi.
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