Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Raciti, la figlia: "Delusa e amareggiata, striscioni sono un grave segnale"

L'ispettore di polizia Fillippo Raciti

«Amareggiata» e «delusa». Sono i sentimenti che invadono il cuore e la testa di Fabiana Raciti, la figlia dell’ispettore di polizia, Filippo Raciti, ucciso il 2 febbraio 2007, nei disordini scoppiati nel giorno del derby Catania-Palermo. Aveva solo 40 anni.

Per quel delitto è stato arrestato e condannato Antonino Speziale, che al tempo dei fatti era minorenne; dal 2012 è recluso nel carcere di Caltanissetta e tornerà in libertà nel 2021. Mercoledì sono apparsi all’alba, nelle strade di Palermo, diversi striscioni con la scritta «Speziale innocente». Lo scorso 22 settembre un analogo striscione era stato piazzato sulla cancellata dello Stadio «Renzo Barbera», subito rimosso dalla Digos che indaga sull'episodio. Atti che portano la firma del Centro sociale Anomalia, che ha organizzato per oggi anche un dibattito sulla «storia di una ingiusta detenzione».

Striscioni, iniziative, dice Fabiana all’Agi, che sono «un’offesa alla memoria di mio padre, un servitore delle istituzioni morto nell’adempimento del dovere». Un mese fa si è laureata alla facoltà di Giurisprudenza con una tesi dedicata al padre, dal titolo: «Sicurezza ed eventi sportivi: dal Trattato 218 del Consiglio d’Europa al Caso Raciti».

Caricamento commenti

Commenta la notizia