
Maxi risarcimento di un milione di euro per la famiglia del militare Salvatore Cannizzo. La terza sezione civile del Tribunale di Catania, riconosce soltanto adesso il legame causa-effetto tra la morte nel 2012 di Cannizzo e il contatto diretto con l'uranio impoverito.
La sentenza è del 12 novembre, dopo sette anni dal decesso del sergente della marina militare che dal 1999 al 2001 è stato in Kosovo e Albania, a causa di un tumore al cervello provocato proprio dall'inspirazione prolungata dell'uranio impoverito durante le missioni. Il giudice ha stabilito il risarcimento ai familiari per i "danni riflessi" subiti dal decesso del congiunto.
La battaglia ha inizio nel 2007 quando Cannizzo presentò richiesta di risarcimento alla Commissione medica di Augusta. I primi sintomi della malattia si erano manifestati nel 2006, molti anni dopo il ritorno dalle missioni nei Balcani. Qui soltanto i militari italiani non erano muniti di dispositivi di protezione e sicurezza, a differenza delle forze americane.
Il Ministero della difesa contestò la richiesta di risarcimento di Cannizzo in quanto non ci sarebbe stata la possibilità di dimostrare la sua esposizione all'uranio impoverito e le condotte omissive da parte del Ministero. Di parere diverso il giudice del Tribunale di Catania che invece ha accertato la stretta connessione tra il decesso del sergente e l'insorgenza del tumore.
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