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È morto Orazio Nicoloso l'ultimo pioniere dell’escursionismo etneo

I due fratelli Nicoloso in posa al bordo del cratere centrale

L’ultimo pioniere dell’escursionismo etneo, Orazio Nicoloso è scomparso all’età di 90 anni. Fu lui la “spalla” e l’aiuto insostituibile ed inseparabile del fratello Antonio e insieme a lui considerato la più leggendaria guida dell’Etna.

Lo ricorda con commozione il sindaco di Belpasso, Daniele Motta, tra i primi a rendere omaggio alla memoria, che esprime il cordoglio dell’intera città: “Siamo addolorati per la scomparsa di Orazio Nicoloso, pioniere dell’escursionismo sull’Etna, che si è spento nelle scorse ore. Fondò la Turistica Mongibello nel 1965, nella quale profuse competenza, passione e amore per il vulcano, sentimento che trasmise a migliaia e migliaia di turisti. Genuino ‘uomo dell’Etna’, insieme al fratello Antonio, protagonista di un’epica impresa nel cratere centrale, e ‘diversamente belpassese’, resterà nella storia della nostra montagna. Ai familiari, agli amici, a tutti coloro che lo hanno conosciuto, apprezzato e gli hanno voluto bene, esprimo il mio cordoglio”.

Orazio e Antonio Nicoloso, (quest’ultimo scomparso nel 2007) erano nati a Nicolosi (Ct), la porta dell’Etna, un centro del versante sud, meta privilegiata di chi vuole raggiungere le piste da sci e la funivia, arrivando fino al cratere centrale. Furono veri uomini dell’Etna, dal carattere mansueto, sobrio e taciturno, ed entrarono nella leggenda per il loro carismatica modo di guidare turisti e appassionati sull’Etna. Del vulcano conoscevano come pochissimi i suoi misteri e i suoi segreti. Furono un veri maestri per chi voleva scoprire davvero il vulcano, conoscerlo al di fuor degli stereotipi e amarlo. Due figure, insomma, simboliche e paradigmatiche del rapporto più autentico tra uomo e natura.

Il suo loro nome resterà scolpito nella memoria e nella storia dell’Etna del secolo scorso per l’impresa epica compiuta il 24 settembre 1974, quando Orazio assistette il fratello Antonio – primo uomo al mondo – nel calarsi nelle viscere del cratere centrale in attività. In occasione dell’anniversario della sua scomparsa, l’Ente Parco dell’Etna gli ha dedicato perfino una stele con una targa ricordo nella zona della Torre del Filosofo. Un impresa epica quella dei due fratelli, anche se a rischiare il “non ritorno” in prima persona fu Antonio, grazie all’assistenza e all’aiuto insostituibile di Orazio.

I due fratelli avevano ereditato dal padre la passione e l’amore per la “Muntagna” e dopo la morte del padre alla fine degli anni sessanta, cominciarono ad accompagnare turisti e studiosi nell’ascensione al cratere. Collaborarono con i più grandi vulcanologi del mondo, tra cui Haroun Tazieff (1914-1998), geologo polacco naturalizzato belga e francese, un pioniere della diffusione della comunicazione tra vulcanologi e grande pubblico. Sull’ Etna, l’incontro con i fratelli Nicoloso per Tazieff fu fatale per quella discesa nell’inferno del cratere centrale il 24 settembre del 1974, divenuta ormai leggendaria.

Adesso i due fratelli nel Paradiso delle Guide Etnee, si sono ricongiunti è sicuramente staranno già pensando a nuove epiche imprese.

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