Annullata la confisca di beni per 200 milioni di euro ritenuti riconducibili a Mario Giuseppe Scinardo. Lo ha disposto la Corte d'appello di Catania. La Dia aveva indicato l'imprenditore come persona vicina a Sebastiano Rampulla, boss di Mistretta, morto nel 2010, e fratello di Pietro, condannato per essere stato l'artificiere che ha confezionato l'ordigno della strage di Capaci.
I giudici hanno accolto la richiesta di annullamento avanzata dai legali dell'imprenditore, gli avvocati Giampiero Torrisi, Enzo Trantino e Francesco Antille. Tornano di proprietà di Scinardo numerose società e ditte individuali, circa 230 beni immobili, aziende agrituristiche e vinicole, impianti di calcestruzzo e circa 90 mezzi, tra camion, escavatori, trattori, mezzi agricoli ed autovetture di grossa cilindrata.
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