Prodotte dal Consorzio Siciliano Manifatturiero di Bronte, per la Regione Siciliana, 50mila mascherine multiuso anticoronavirus, equivalenti a mezzo milione di quelle chirurgiche usa e getta, e per fine aprile ne promette un altro “milione”. Il Consorzio, che produce jeans di un lussuoso brand internazionale, ha riconvertito la produzione e, con 50 sarte all’opera, confeziona 8mila «mascherine lavabili e riutilizzabili» al giorno, 40mila a settimana.
Mario Catania, production manager CSM, spiega: «Siamo una delle poche aziende in Italia con ciclo verticalizzato, per cui con catena di produzione che va dal taglio del tessuto alla confezione, al ricamo, ai lavaggi e ai trattamenti, fino allo stiro del capo d’abbigliamento. Con circa 200 dipendenti, produciamo jeans di fascia alta». Continua Catania: «Vista l’emergenza Coronavirus, abbiamo riconvertito parte delle nostre linee e stiamo producendo, per conto del Distretto Meccatronica, una mascherina certificata tipo chirurgica in cotone, reso idrorepellente, con trattamento che la rende riutilizzabile da dieci a dodici volte, previo lavaggio a 40°».
Meccatronica, distretto produttivo di aziende siciliane il cui presidente è Antonello Mineo, è il fornitore della Regione Siciliana. L’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, a fine marzo aveva detto: «Sono partiti gli ordini della Protezione civile. A giorni arriveranno le prime 100mila mascherine». E per fine aprile, altre 100mila multiuso certificate per fronteggiare l’emergenza Covid-19 (pari a oltre 1 milione di mascherine chirurgiche monouso), arriveranno dalla «Zona artigianale Mario Lupo di Bronte», sull’Etna, parola delle sarte del Consorzio Siciliano Manifatturiero
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